La sanità a distanza sta entrando – o meglio, è già entrata – in una nuova era alimentata dall’intelligenza artificiale. Secondo un’analisi di openPR, il fatturato mondiale generato dall’AI in ambito telemedicina, dopo aver sfiorato i 18 miliardi di euro nel 2024, supererà i 192 miliardi nel 2033, con un balzo del 972% e un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 27%.
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Nord America in pole position
Uno studio di Dimension Market Research conferma la supremazia degli Stati Uniti, che partendo da quasi 7 miliardi di euro di ricavi circa sei mesi fa dovrebbero sfiorare i 49 miliardi nel 2033, sostenuti da un CAGR superiore al 24%. La dimensione del mercato nord-americano – oltre un quarto del giro d’affari globale proiettato per il 2033 – riflette la forte diffusione di piattaforme di teleconsulto, il quadro regolatorio favorevole e l’elevata penetrazione assicurativa che incentiva la cura a distanza.
All’interno della regione spicca il Canada, indicato da Technavio come pioniere della telemedicina: la domanda di soluzioni digitali sempre più avanzate e la necessità di coprire territori vastissimi spingono il Paese a sperimentare con prontezza modelli di assistenza supportati da AI, rendendolo un case-study per l’adozione di tecnologie all’avanguardia.
Applicazioni: il primato dei virtual twins conversazionali
GlobeNewswire segnala che il 26% degli impieghi di AI nella telehealth riguarda l’assistenza da remoto tramite gemelli digitali conversazionali, capaci di interagire 24 ore su 24 con i pazienti, gestendo triage, follow-up e domande immediate.
A questa frontiera si affiancano i data catchers, algoritmi in grado di monitorare costantemente parametri vitali e allertare il medico in caso di anomalie; i virtual doctors, progettati per offrire risposte personalizzate con un linguaggio sempre più empatico; e i diagnostic accelerators, software che migliorano accuratezza e velocità delle diagnosi – in particolare in radiologia e patologia – rendendo la consulenza a distanza più affidabile e tempestiva.
Italia, verso la prima piattaforma nazionale
Anche il Bel Paese si sta muovendo con decisione. Entro la fine dell’anno è previsto il lancio della prima piattaforma italiana di telemedicina su scala nazionale, finanziata con 1,5 miliardi di euro del PNRR. L’iniziativa punta a uniformare i servizi digitali oggi frammentati tra le diverse regioni, favorendo l’accesso alle cure, riducendo le liste d’attesa e integrando strumenti basati su AI per prenotazioni intelligenti, telemonitoraggio e formazione immersiva del personale.
L’adozione di soluzioni comuni permetterà a ospedali e aziende sanitarie di condividere dati in modo sicuro e di sperimentare rapidamente nuovi modelli di presa in carico dei pazienti cronici, con ricadute positive sull’efficienza e sui costi del Servizio sanitario nazionale.
L’AI “liquida e potente” che trasforma la telemedicina
“L’intelligenza artificiale è una tecnologia a dir poco sorprendente, abbracciamola in tutto e per tutto e ci sarà di grande aiuto”, afferma Gianmarco Biagi, CEO di Vection Technologies e Presidente della Commissione Nazionale per la Digitalizzazione in Sanità della Società Italiana di Telemedicina (SIT).

Il manager sottolinea come l’onda innovativa sia già evidente e destinata a crescere: “Ogni giorno rimango a dir poco sorpreso da quanto l’intelligenza artificiale risulti potente e, allo stesso tempo, liquida, ovvero applicabile a qualsiasi settore e campo del sapere. E i margini di crescita sono immensi. Il mondo health, in particolar modo l’ambito della telemedicina, è già oggi uno dei più coinvolti dalla cosiddetta ‘AI wave’. In vista del futuro mi aspetto innovazioni e soluzioni ancora più all’avanguardia che aiuteranno sia i medici sia pazienti di tutte le età.
Per quanto riguarda l’Italia, sempre più strutture ospedaliere stanno adottando tecnologie di intelligenza artificiale per innovare l’esperienza dei pazienti e migliorare l’efficienza dei servizi. Nello specifico, l’artificial intelligence viene impiegata sia per facilitare l’accesso alle strutture, ad esempio attraverso assistenti virtuali per la prenotazione di appuntamenti, sia come strumento avanzato per la formazione del personale sanitario, supportando l’apprendimento di procedure cliniche in modo più accurato e interattivo. Si tratta di un approccio che unisce innovazione e conoscenza a beneficio dell’intero sistema sanitario”.
Tendenze che segneranno il prossimo decennio
Il monitoraggio continuo garantito da sensori IoT alimentati da AI, l’evoluzione di assistenti virtuali capaci di comprendere il linguaggio naturale, la diagnostica supportata da algoritmi di computer vision e le piattaforme immersive dedicate alla formazione clinica delineano un ecosistema digitale sempre più predittivo e personalizzato.
Questi sviluppi, insieme ai massicci investimenti previsti nei principali mercati mondiali, posizionano l’AI come pilastro strategico per rendere l’assistenza sanitaria più accessibile, efficiente e centrata sul paziente.