L’autorità olandese per la regolamentazione dei dati (Autoriteit Persoonsgegevens – AP) ha messo in guardia gli elettori chiedendo loro di non affidarsi ai chatbot di AI per decidere quale partito votare alle prossime elezioni del 29 ottobre. Quello dell’AP è il primo caso in cui un organismo pubblico diffida gli elettori dall’utilizzo dell’AI per compiere valutazioni politiche, segno del livello di fiducia riposto dalla popolazione in questa tecnologia e del timore della politica che questa possa dimostrarsi troppo influente.
Prima di emanare questi consigli, l’AP ha svolto degli esperimenti per verificare le risposte dell’AI su quesiti politici. Sono stati testati quattro fra i più noti e usati chatbot AI, senza specificare quali. È emerso che, indipendentemente dal profilo specifico di ogni utente, i chatbot consigliavano nel 56% dei casi di votare per solo due partiti: il Partito della Libertà di estrema destra o la coalizione Laburista-Sinistra Verde. Questo nonostante lo spettro politico olandese sia molto ampio e vario, con ben 15 partiti diversi che oggi occupano i 150 seggi del parlamento dell’Aia.
Secondo i sondaggi a disposizione, i due partiti indicati dovrebbero riscuotere consensi rispettivamente del 20% e del 16%, dimostrando un’ampia distorsione con quanto ricostruito dall’AI. Secondo Monique Verdier, vicepresidente dell’AP, il funzionamento dei chatbot come supporto alla scelta del voto è “poco chiaro e difficile da verificare e fallisce sistematicamente”. Inoltre, secondo l’interpretazione dell’AP, affidarsi a strumenti che consigliano in modo distorto può intaccare uno dei “pilastri” della democrazia come il voto libero e informato.
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