Il genio tascabile nel futuro dei device: rivoluzionerà tutto come fece iPhone?

Dopo l'annuncio di OpenAI sulla collaborazione con Jony Ive, ci sono tanta curiosità e diverse informazioni circolanti sul tipo di dispositivo che potrebbe rivoluzionare il nostro rapporto con la tecnologia, il mercato hi-tech e la gestione della nostra privacy

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Il genio tascabile nel futuro dei device: rivoluzionerà tutto come fece iPhone?

Si tratterà molto probabilmente di un dispositivo tascabile e poco invadente, ma radicalmente presente e consapevole della nostra vita quotidiana e delle nostre informazioni personali. Sono queste, in estrema sintesi, le informazioni che circolano sul nuovo dispositivo che nascerà dalla collaborazione fra OpenAI e Jony Ive annunciata nelle scorse ore.

Le informazioni sul nuovo dispositivo

Mancano ancora immagini e un nome ufficiale, ma la direzione intrapresa è nota ed è stata condivisa da Altman e Ive con i dipendenti di OpenAI. Il Wall Street Journal ha avuto accesso a una registrazione di un incontro in questa sede, facendo trapelare informazioni utili a riguardo.

Nel corso della sua carriera, Ive si è sempre distanziato da tutto ciò che risultava essere indossabile, troppo penetrante e appariscente nella vita quotidiana dell’utente. Ed è anche per questo che si esclude a priori l’opzione del visore o dell’occhiale tech. Il “compagno AI” sarà piuttosto un dispositivo di supporto alla vita quotidiana dell’utente, in costante interazione e connessione con l’AI di ChatGPT. Una sorta di terzo pilastro della vita digitale da affiancare a smartphone e computer, ma che non li sostituirà del tutto perché alternativo sia nella sua funzionalità che nel suo scopo.

L’AI e il suo supporto vocale saranno gli aspetti dominanti che renderanno superflui elementi come schermo e tastiera che non saranno componenti del nuovo dispositivo. Altman ha infatti reso pubblica la sua volontà di contribuire a superare l’attuale paradigma di rapporto uomo-AI, ancora incentrato su “aprire un sito, digitare una domanda e aspettare la risposta“. Barriere che si vogliono abbattere per favorire un AI consapevole e a presenza continua.

L’integrazione fra software e hardware è il vero obiettivo rivoluzionario che sta coltivando OpenAI tramite la collaborazione avviata con Ive. Il piano stabilito è pionieristico ed è quello di porre le basi per una nuova relazione uomo-macchina accompagnata da un’altrettanto “nuova corrente di design”.

La determinazione di OpenAI è fortissima, tanto che, come riferisce il Wall Street Journal, la società sarebbe pronta ad accumulare enormi perdite stimate ad un valore di 44 miliardi di dollari e a non generare alcun utile fino al 2029.

I potenziali problemi di privacy

La prospettiva di un’ampia commercializzazione di un dispositivo di questo genere pone la necessità di compiere delle serie riflessioni sul tema del diritto alla privacy. Innanzitutto perché, se sviluppato come si ritiene, il dispositivo agirà secondo un principio di costante interazione non solo con l’utente ma anche con coloro che gli gravitano attorno nello svolgimento delle sue azioni, con il rischio che si generino i presupposti per una sorveglianza non consapevole.

Un altro aspetto critico è relativo al rischio di profilazione invasiva derivante dalla possibile elaborazione continua dei dati personali. Durante il suo utilizzo, il dispositivo infatti potrebbe raccogliere dati su posizione e movimenti, conversazioni, preferenze, emozioni e contatti. Infine c’è il rischio che questi dati possano essere utilizzati anche per l’addestramento di modelli AI, seppur in forma anonima.

I dati raccolti saranno poi con molta probabilità inviati a server remoti per l’elaborazione, esponendo gli utenti a rischi connessi a violazioni di sicurezza, eventuali accessi non autorizzati da parte di terzi e possibili abusi da parte della stessa azienda produttrice.

Il consenso delle persone che vivono l’ambiente circostante a quello dell’utente è un aspetto chiave del tema. Queste infatti non sempre possono dare il proprio benestare per essere registrate, ponendo un tema etico di fondo soprattutto per quanto riguarda ambienti pubblici o lavorativi.

Le rivelazioni dell’analista Kuo

Il noto e autorevole analista tecnologico Ming-Chi Kuo ha recentemente pubblicato un post descrittivo con le informazioni in suo possesso sul nuovo dispositivo. Il 2027 è l’anno previsto per l’inizio della produzione di massa. La fase di assemblaggio e produzione avverrà, rigorosamente, “al di fuori della Cina per ridurre i rischi geopolitici“, con il Vietnam papabile candidato alternativo ad ospitare la filiera produttiva.

Per quanto riguarda forma e design del nuovo prodotto, Kuo rivela che sarà “leggermente più grande dell’AI Pin, con un fattore di forma compatto ed elegante come un iPod Shuffle“, ma puntualizza anche che il design complessivo e altre caratteristiche specifiche potrebbero cambiare prima dell’avvio della produzione di massa.

Secondo Kuo, il nuovo strumento, che potrebbe essere pensato per essere indossato “al collo, “avrà telecamere e microfoni per il rilevamento ambientale, senza funzionalità di visualizzazione” e “si connetterà a smartphone e PC, sfruttandone le capacità di elaborazione e visualizzazione“.

Kuo ritiene anche che all’origine dell’annuncio di OpenAI ci sia una sfida comunicativa latente fra la società di Altman e Google, impegnate in una complessa sfida per mantenere il primato sull’AI. “Uno dei motivi per cui OpenAI ha annunciato ora la sua collaborazione con Jony Ive è probabilmente quello di spostare l’attenzione del mercato dal recente Google I/O” ha dichiarato Kuo, sottolineando che questo aspetto rappresenta “una sfida che OpenAI attualmente fatica ad affrontare“.

Immaginando come potrebbe essere il nuovo oggetto, abbiamo chiesto proprio a chatgpt di OpenAI di fornirci un prompt per generare un’immagine che ritragga il nuovo dispositivo e ci ha risposto così: “Un dispositivo personale di intelligenza artificiale futuristico e raffinato, progettato da Jony Ive in collaborazione con OpenAI. Il dispositivo è minimalista ed elegante, realizzato in alluminio spazzolato e vetro, e ricorda una fusione tra un piccolo smart speaker e un indossabile. Non presenta pulsanti visibili, ma un’interfaccia luminosa intelligente e brillante. Il design è futuristico ma accogliente, posizionato su una scrivania in legno accanto a un taccuino digitale. L’illuminazione ambientale crea un alone morbido intorno al dispositivo, evocando innovazione, calma e armonia tra uomo e intelligenza artificiale. Lo sfondo è sfocato delicatamente, mettendo in risalto il dispositivo come fulcro della tecnologia AI di nuova generazione“.


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