Dopo l’annuncio di inizio settembre è arrivata la conferma. OpenAI ha stretto un accordo con Broadcom per avviare la propria produzione interna di processori di intelligenza artificiale e assicurarsi una potenza di calcolo tale da poter sostenere la domanda crescente dei suoi servizi.
I chip saranno progettati da OpenAI, mentre Broadcom si occuperà dello sviluppo e dell’implementazione. Il tutto avrà inizio a partire dalla seconda metà del 2026. Il valore energetico complessivo della produzione in programma è di 10 gigawatt, una potenza in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 25 milioni di abitazioni contemporaneamente.
I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati resi noti e non è chiaro al momento come OpenAI finanzierà questa enorme operazione, ma secondo il CEO Sam Altman, l’accordo con Broadcom rappresenta un passo fondamentale per “costruire l’infrastruttura necessaria a liberare il potenziale dell’intelligenza artificiale”.
L’iniziativa di OpenAI non è una manovra isolata. Nel settore diverse grandi realtà aziendali come Google, Amazon, Microsoft e Meta stanno pianificando la produzione di chip AI personalizzati per rendersi indipendenti e svincolarsi soprattutto da Nvidia, gigante di mercato dominante. La maggioranza degli analisti non si aspetta però che l’accordo OpenAI-Broadcom possa concretamente sfidare il suo primato. L’accordo mette in luce il potenziale di Broadcom, realtà in grande ascesa grazie al boom dell’AI e che ha visto le azioni salire di oltre il 10% dopo l’annuncio dell’intesa.

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