È in corso in queste ore a Londra l’AI Safety Summit, il primo summit mondiale dedicato ai rischi dell’intelligenza artificiale. Quest’anno sono già stati organizzati diversi incontri ufficiali sul tema, in particolare negli USA dove si è fatto vivo in più occasioni anche l’interesse della Casa Bianca.
Tuttavia, nel contesto della scena geopolitica attuale e visto il sentito coinvolgimento di Nazioni e dei principali attori del settore, l’incontro voluto dal premier inglese Rishi Sunak sarà ricordato probabilmente come il primo vero momento di confronto mondiale degno di nota sull’argomento. Di sicuro, fino ad oggi è il più importante.
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La (non scontata) presenza cinese
Elemento di grande importanza è certamente rappresentato dalla presenza cinese. Durante le scorse settimane la presenza della Cina al summit era stata annunciata e smentita più volte. La partecipazione della delegazione di Pechino ha globalizzato un momento che altrimenti sarebbe rimasto molto meno determinante anche da un punto di vista simbolico.
Sunak, che da diversi mesi mira a far diventare il Regno Unito il centro nevralgico per la regolamentazione AI, ha lanciato il summit per definire con gli altri paesi un piano quinquennale comune per gestire lo sviluppo della tecnologia AI in un approccio sicuro e condiviso.
La dichiarazione di Bletchley
Per un momento così importante il premier ha scelto un luogo significativo: Bletchley Park, un paese a circa 75 km a nord ovest di Londra, sede durante la seconda guerra mondiale dell’unità principale di crittoanalisi guidata da Alan Turing che decifrò il codice Enigma nazista contribuendo a far cessare la guerra.
Al Summit inglese è bastato il primo giorno per entrare nella storia. UE, USA, Cina, Regno Unito e venti altri paesi hanno firmato infatti durante la giornata di ieri una dichiarazione per lo sviluppo sicuro dell’AI già nominata ‘Dichiarazione di Bletchley‘. È il primo documento mondiale sottoscritto da più paesi sul tema.
“Questa storica dichiarazione – ha scritto Sunak su Twitter/X – segna l’inizio di un nuovo sforzo globale per costruire la fiducia del pubblico nell’intelligenza artificiale garantendo che sia sicura”.
Il governo inglese ha rilasciato poi una nota ufficiale per commentare il raggiungimento dello storico accordo:
“L’intelligenza artificiale ha il potenziale di trasformare e migliorare il benessere umano, la pace e la prosperità. Per realizzare questo obiettivo, affermiamo che, per il bene di tutti, l’AI deve essere progettata, sviluppata, implementata e utilizzata in modo sicuro, umano, affidabile e responsabile. Accogliamo con favore gli sforzi compiuti fino ad oggi dalla comunità internazionale per cooperare sull’AI e per promuovere una crescita economica inclusiva proteggendo i diritti umani”.
Al summit sono presenti anche Sam Altman di OpenAI e Elon Musk, che ha ribadito ad alcuni giornalisti i suoi timori relativi ai rischi dell’AI per l’umanità.
Il ruolo di Giorgia Meloni
Durante la giornata di oggi ha partecipato anche la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni, giunta a Londra in mattinata (il ministro delle imprese Adolfo Urso è stato presente ieri).
Meloni, che da mesi è molto attenta alla tecnologia generativa e che già ha messo l’AI al centro dell’agenda del G7, porta al summit l’attenzione sul tema della barriera etica di algoritmi, la cosiddetta algoretica. Ha avuto un incontro con il premier britannico Sunak nel primo pomeriggio.
Il 2 novembre era attesa anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. È un momento cruciale questo per la relazione UE-AI; all’entrata in vigore prevista dell’AI Act mancano in teoria appena due mesi.
Le sessioni di confronto previste (prima quelle tra i leader internazionali poi quelle tra gli stessi e i rappresentanti delle big tech) si svolgono a porte chiuse.
Da re Carlo a Kamala Harris
Anche Re Carlo ha desiderato partecipare, seppur solo in video perché impegnato insieme alla regina Camilla in una visita ufficiale in Kenya. Nel suo intervento, trasmesso l’1 novembre, il monarca ha definito l’AI “Non meno importante della scoperta dell’elettricità”.
Durante la giornata introduttiva del Summit era presente anche la vicepresidente degli USA Kamala Harris, che ha presentato una proposta di regole globali per contrassegnare attraverso svariati procedimenti i contenuti generati dall’intelligenza artificiale.
In USA, più che in altre Nazioni, si vive una preoccupazione particolare su questo tema in vista delle elezioni 2024. Il rischio di campagne elettorali deviate da fake news generate tramite AI è molto concreto.