A cosa può servire l’intelligenza artificiale per fare informazione sul caso Epstein? Se lo sono sicuramente chiesto Riley Walz, ingegnere software e creativo digitale, e Luke Igel, co-fondatore della startup di editing video Kino AI, autori di un archivio digitale fatto con AI basato sui contenuti delle circa 20.000 mail attribuibili a Jeffrey Epstein, il noto imprenditore e criminale statunitense morto in carcere nel 2019 dopo una condanna per abusi sessuali e traffico internazionale di minori.
Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, anche lui citato a più riprese nelle mail di Epstein, ha ceduto alle pressioni e ha firmato una legge del Congresso per autorizzare la divulgazione di tutti i file relativi al caso. Per ordinare e rendere più fruibile l’accesso a queste informazioni, i due ingegneri hanno utilizzato l’AI per creare Jmail, una casella di posta elettronica simile a quella di Gmail, intestata ad Epstein e con all’interno tutto il contenuto desecretato dal Dipartimento della giustizia Usa.
Walz e Igel hanno utilizzato il modello Gemini di Google per scandagliare tutte le email di Epstein e ordinarle all’interno di Jmail. Grazie a questo passaggio gli utenti possono quindi navigare in completa libertà e accedere a tutto il materiale ordinato per singola conversazione, facendo anche ricerche specifiche attraverso parole chiave e risalendo ai documenti originali incriminati attraverso lo stesso portale.
Il prodotto dei due ingegneri, che possono vantare un passato in importanti realtà come SpaceX e NASA, è un chiaro esempio di come l’AI possa essere un efficace strumento di razionalizzazione di enormi quantità di materiale seguendo un flusso di lavoro che si suddivide in tre passaggi fondamentali: accesso alle informazioni, rielaborazione e riorganizzazione e presentazione del materiale in una forma più chiara e comprensibile.
Recentemente anche il mondo statunitense dell’AI è stato coinvolto dal caso Epstein, quando l’economista e politico Larry Summers si è dimesso dal consiglio di amministrazione di OpenAI dopo che sono stati accertati legami con l’imprenditore deceduto nel 2019.
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