A inizio luglio, WeTransfer, il noto servizio per il trasferimento di file acquisito di recente da Bending Spoons è finito sotto i riflettori per un aggiornamento dei suoi termini di servizio che ha sollevato numerose critiche online. La piattaforma aveva introdotto un passaggio che esplicitava la sua intenzione di utilizzare i file inviati dagli utenti anche per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.
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La clausola nei termini di servizio che ha fatto discutere
In particolare, il testo aggiornato specificava: “Con la presente ci concedi una licenza perpetua, mondiale, non esclusiva, royalty-free, trasferibile e sublicenziabile per utilizzare i tuoi Contenuti allo scopo di gestire, sviluppare, commercializzare e migliorare il Servizio o nuove tecnologie o servizi, incluso il miglioramento delle prestazioni dei modelli di apprendimento automatico che potenziano il nostro processo di moderazione dei contenuti, in conformità con l’Informativa sulla privacy e sui cookie”.
In altre parole, WeTransfer si riservava il diritto di utilizzare i contenuti degli utenti per sviluppare e commercializzare tecnologie, incluso il machine learning. Questo avrebbe potenzialmente permesso l’addestramento dei modelli AI dell’azienda con i file trasferiti, un’ipotesi rivelata online da alcuni utenti e che ha fatto discutere.
La retromarcia di WeTransfer
A seguito delle reazioni online, WeTransfer ha deciso rapidamente di modificare nuovamente la clausola 6.3, scegliendo una formulazione più sobria e ‘rassicurante’: “Con la presente ci concedi una licenza royalty-free per utilizzare i tuoi Contenuti allo scopo di gestire, sviluppare e migliorare il Servizio, il tutto in conformità con la nostra Informativa sulla privacy e sui cookie”.
La nuova versione elimina così qualsiasi riferimento all’intelligenza artificiale, al machine learning e alla possibilità di sub-licenziare o trasferire i contenuti. Ma se nessuno l’avesse scoperto?