OpenAI sta valutando di inserirsi all’interno del mercato delle app che tutelano la salute dei consumatori, ricalcando il tentativo fatto in precedenza da altre big tech. L’azienda sta esplorando possibili soluzioni, come quella di un assistente personale di intelligenza artificiale per la salute o un’applicazione per l’aggregazione dei dati sanitari degli utenti.
Per sviluppare questo progetto, nel giugno del 2025 la società ha assunto come responsabile dell’area salute Nate Gross, co-fondatore di Doximity, società statunitense nata nel 2010 specializzata in servizi di assistenza sanitaria mediante strumenti tecnologici. OpenAI potrebbe instaurare collaborazioni con altri attori del settore per arrivare a disporre indirettamente dei dati degli utenti e offrire loro un servizio sanitario.
In passato aziende del settore come Microsoft, Google e Apple hanno tentato di sviluppare progetti simili basati sul concetto di “cartella sanitaria personale” a disposizione dell’utente. I risultati sono stati quasi sempre piuttosto scarsi e fallimentari a causa delle complicazioni legate alla privacy, all’accesso ai dati e alla frammentazione delle fonti.
Di certo anche OpenAI si troverà ad affrontare le stesse barriere per integrare i dati degli utenti nell’app, ma la società diretta da Sam Altman potrebbe avere dei margini di successo maggiori. L’azienda ha infatti già a disposizione un’enorme base di utenti attivi e una buona parte di questi utenti utilizza ChatGPT per fare domande inerenti salute.
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