L’improvviso nuovo boom dei data center (e altre notizie generative) | Weekly AI

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L’improvviso nuovo boom dei data center (e altre notizie generative) | Weekly AI

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Improvvisamente, tutti sono abbagliati dalla necessità di accelerare sulla costruzione di “città dei dati”. La corsa ai data center non è mai stata urgente come adesso e probabilmente dipende dalle pianificazioni finanziarie pre-2026 in seguito alla presentazione delle ultime trimestrali. E questa febbre tocca anche l’Europa.

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Dopo il periodo degli investimenti (per rafforzare l’adozione soprattutto in ambito aziendale dell’AI), ora il tech americano si concentra in modo ben più concreto sul sostegno alle infrastrutture nel Vecchio Continente. Con un occhio di riguardo per la Germania. Dopo l’investimento di Nvidia nel data center di Monaco, è Google ad annunciare lo stanziamento di 5,5 miliardi di euro in infrastrutture cloud e data center per il mercato tedesco.

L’impressione è che il tech americano voglia iniettare entusiasmo nell’AI europea rafforzando la nazione storicamente più trascinante dal punto di vista economico, oggi in discreta crisi. Ma dall’Europa dei data center non è tutto. Microsoft guarda anche al Portogallo, con l’investimento di 10 miliardi di dollari in una nuova infrastruttura.

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Attraversando l’Oceano e inoltrandoci nell’entroterra americano fino al New Mexico, troviamo addirittura un consorzio di venti banche che si unisce per erogare un prestito da 18 miliardi di dollari che sosterrà la costruzione di un campus di data center di Oracle, nell’ambito dell’operazione Stargate sostenuta dal governo. Ovviamente le big tech aggiungono i loro carichi. Anthropic approfitta del momento per investire 50 miliardi di dollari per centri che nasceranno negli Stati di Texas e di New York. Nel frattempo, l’azienda continua a rafforzare la narrazione quasi mistica del suo rapporto con l’AI e realizza esperimenti per testare il livello di introspezione dei suoi modelli.

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Se c’è un’azienda che non lesina è Meta, che piazza 600 miliardi di dollari a pioggia in data center in tutti gli Stati Uniti (per rafforzare anche infrastrutture locali, scuole e organizzazioni non profit).

La company stringe un accordo da tre miliardi di dollari per infrastrutture anche con la società olandese Nebius. Nulla che riesca aconvincere il responsabile dell’AI di Meta, lo storico pioniere francese del deep learning Yann LeCun, a rimanere con Zuckerberg. LeCun si allontana con l’intenzione di fondare una propria startup.

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La fuoriuscita non è isolata: anche Sachin Katti, finora a capo dell’AI in Intel, cambia rotta e approda a OpenAI, dove guiderà la ricerca sull’AGI. Il passaggio avviene proprio mentre, dall’altra parte, Intel valuta una super partnership con l’acerrimo nemico di OpenAI, Teslaper fornire un gigantesco ricarico di chip.

OpenAI intanto punta sulla sicurezza. Prima lavora a una nuova app AI per la salute degli utenti, poi sostiene una startup di biosicurezza che intende combattere la creazione di armi biologiche con AI.

Altman intanto deve gestire una condanna di un tribunale tedesco per violazione di copyright di testi di canzoni ma a sostegno della sua posizione si assiste alla caduta di alcuni muriElevenLabs stringe accordi con celebrità del cinema per generare audio AI con le loro voci.

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Se le big tech sembrano procedere a passi spediti, non è lo stesso nel panorama aziendale più a largo raggio. Secondo un nuovo report di McKinsey, nella crescita progressiva dell’uso AI del mondo del lavoro prevale ancora un utilizzo sperimentale. Cresce però l’attenzione per l’AI agentica e ne è prova la nascita di progetti dedicati. Degna di nota in questo senso è l’emersione della nuova startup Parallel, fondata dell’ex CEO di Twitter Parag Agrawal, che raccoglie 100 milioni di dollari di finanziamento con il suo progetto di “web parallelo” per AI agentiche.

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Perdurano, però, i dibattiti attorno al rischio bolla e previsioni sociali, anzi allargati proprio dagli ultimi investimenti sulle infrastrutture. Segnali in tal senso giungono anche dalla Cina, i cui rappresentanti sono solitamente molto cauti nell’affrontare la questione. E invece, in un rarissimo passaggio pubblico, i fondatori di DeepSeek si dichiarano pessimisti sul costo sociale dell’AI nei prossimi 10 anni. Il tutto mentre l’alleato/avversario Baidu presenta due nuovi chip per rafforzare l’autonomia di Pechino sui microprocessori.

Altra voce importante sul tema giunge dall’ItaliaLuca Ferrari di Bending Spoons (mentre mira alla quotazione in borsa della sua azienda) rilancia sulla paura di scoppio della bolla, unendosi alle analisi che paragonano il momento attuale all’inizio della bolla delle dot-com di fine anni ‘90.

Un segnale curioso (più culturale che realmente finanziario) arriva dall’uomo che previde la crisi del 2008, Michael BurryL’eccentrico investitore è tornato a scommettere: questa volta sul crollo del mercato AI.

Edoardo Frasso


✨ Questa settimana il team di AI news ha preso parte a una serata formativa di Artificial Minds dedicata all’intelligenza artificiale, realizzata in collaborazione con Federazione Lombarda BCC.

Presso la sede centrale di BCC Milano, a Carugate, dopo un’introduzione del CTO di Artificial Minds, Marco Campi, sui concetti base dell’AI, i nostri redattori Paolo Marinoni ed Edoardo Frasso hanno accompagnato 230 partecipanti in un viaggio tra AI generativadeepfake fake news con una particolare attenzione sui rischi e sul riconoscimento dei contenuti artificiali.

Una serata molto stimolante e partecipatissima!


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