Intelligenza artificiale e mercato del lavoro sono due ambiti che si stanno avvicinando sempre di più fino ad intersecarsi. In questo contesto, le competenze digitali e tecnologiche legate all’AI stanno diventando per certi aspetti sempre più cruciali.
Come riporta Il Sole 24 Ore, negli ultimi anni sta crescendo notevolmente il numero di coloro che, soprattutto nella fase di ricerca e candidatura per un lavoro, si affidano all’intelligenza artificiale per completare il proprio profilo. Secondo un sondaggio della società di ricerca del personale Hays, questa quota è passata infatti dal 20% del 2023 al 43% del 2025.
Ma essere un utente AI non è sufficiente alle aziende per poter contare su delle vere competenze, che sono per lo più caratterizzate da una solida cultura digitale e una conseguente visione strutturata. In un mercato del lavoro dinamico e in espansione sta anche aumentando il cosiddetto “skill gap“, ovvero la differenza fra chi possiede reali competenze digitali e chi no. Le esigenze delle imprese stanno anche facendo aumentare significativamente i programmi dedicati alla formazione sul tema.
L’integrazione fra AI e mercato del lavoro sembra un processo difficilmente arrestabile e – sempre secondo la ricerca di Hays – questa dinamica sta interessando sempre di più la fase di selezione del personale da parte delle imprese, permettendo loro anche di abbattere i costi di personale.
L’accettazione dell’uso dell’AI da parte di chi ricerca lavoro sembra anche registrare un importante incremento, tanto che il 48% degli intervistati lo ritiene un importante strumento di valorizzazione della propria carriera, contro solo il 16% che lo considera invece ingiusto.
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