La legge nazionale sull’intelligenza artificiale è sempre più vicina alla sua entrata in vigore. Il disegno di legge è stato infatti approvato alla Camera in seconda lettura con 136 voti favorevoli e ora attende di essere approvato anche dal Senato in ultima lettura.
La governance e il primato italiano in Europa
Il provvedimento rappresenta un primo tentativo normativo a livello nazionale ed europeo dello sviluppo del mercato dell’AI e si basa a grandi linee sui principi diffusi dall’AI Act europeo mantenendo però al contempo delle deroghe in materia di sicurezza e difesa. La grande crescita del mercato dell’AI, che ha registrato nel 2024 un incremento del 58%, ha reso necessario un intervento legislativo in questo senso.
Si tratta del prodotto del lavoro del Dipartimento per la trasformazione digitale di Palazzo Chigi ed è stato diretto in prima persona dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti. La legge delinea quella che sarà la governance nazionale dell’intelligenza artificiale attribuendo a realtà come l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e a quella per la cybersicurezza nazionale (ACN) il ruolo di Autorità Nazionale per l’intelligenza artificiale. Esse saranno affiancate da Banca d’Italia, Consob e Ivass per quanto riguarda la supervisione del mercato finanziario.
Il fondo per gli investimenti
Con l’obiettivo di dare impulso all’industria dell’AI e introdurre delle tutele sul piano della cybersicurezza, il ddl affida a Cdp Venture Capital un fondo da un miliardo di euro da destinare ad aziende del settore attive sul territorio nazionale o con sede altrove per garantire delle agevolazioni fiscali a ricercatori ed esperti AI che lavorano o tornano a lavorare in Italia per contrastare il fenomeno della “fuga di cervelli“.
Giustizia e nuovi reati
Per quanto riguarda l’ambito penale, l’influenza del Ministero della Giustizia in questo progetto di legge si è fatta sentire essenzialmente nell’individuazione di nuove tipologie di reato legate all’AI che necessitano di un intervento deciso in risposta. Il reato di diffusione illecita di contenuti generati o manipolati con l’intelligenza artificiale sarà ad esempio punito con la reclusione fino a 5 anni se esso ha procurato un danno alla vittima. Allo stesso modo per i casi di truffa o riciclaggio è prevista un’aggravante se si profila l’utilizzo di AI per portare a termine la propria condotta illecita. Il ministero della Giustizia sarà inoltre dotato delle capacità di rimuovere contenuti diffusi in maniera illecita tramite AI.
Formazione e lavoro
Il testo di legge dà vita ad un nuovo Osservatorio presso il Ministero del Lavoro che si occuperà specificamente di monitorare l’impatto delle tecnologie di AI in materia di lavoro e occupazione. Il governo inoltre avrà nuove facoltà di potenziare la formazione tecnologica a livello pubblico, scolastico e e dell’impiego, per sostenere le competenze dei cittadini in una fase di profondo cambiamento e renderli competitivi in un mercato del lavoro eccezionalmente dinamico.
Sanità
La visione della legge contempla l’AI come un elemento essenziale e strutturale delle politiche sanitarie del paese. Prevenzione, diagnosi e definizione della cura sono i comparti dove l’AI può avere un’utilità centrale nel settore sanitario. L’AI deve però agire parallelamente ad un giudizio clinico umano di ultima istanza e i pazienti devono essere adeguatamente informati sul suo ruolo e il suo margine di attività.
Diritto d’autore
Il nuovo regolamento va ad impattare anche su un tema cruciale come quello del diritto d’autore, che si interseca pienamente con lo sviluppo e soprattutto con l’addestramento dei modelli di AI. Secondo la nuova legge, le opere realizzate con l’ausilio dell’AI saranno protette dal diritto d’autore solo se frutto di un apporto creativo umano. Inoltre è previsto che sia legittimo l’utilizzo dell’AI per l’estrazione di contenuti fonti legalmente accessibili purché ciò avvenga nei limiti dettati dalla normativa e con un’apposita comunicazione che ne dichiari l’utilizzo.
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