Il sondaggio di Google: i programmatori usano l’AI, ma non si fidano dei suoi risultati

Il report DORA 2025 è funzionale per Google per introdurre le sue nuove linee guida dedicate alla programmazione "DORA AI Capabilities Model"

Lavoro Edoardo Frasso 25 set 2025

2 min.

Un nuovo rapporto di Google di nome DORA 2025 fotografa un paradosso nel mondo dello sviluppo software: quasi tutti i professionisti del settore usano l’intelligenza artificiale ma pochissimi credono davvero nelle sue capacità. Il sondaggio alla base del report ha coinvolto quasi 5.000 professionisti del settore tech in tutto il mondo.

Secondo l’indagine, oltre il 90% dei programmatori integra oggi strumenti di intelligenza artificiale nel proprio lavoro quotidiano, dedicando in media due ore al giorno a interagire con chatbot e assistenti per scrivere, controllare o ottimizzare il codice. Più dell’80% degli intervistati ammette che l’uso dell’AI ha aumentato la produttività e quasi il 60% sostiene che la qualità del codice sia migliorata grazie al supporto delle macchine.

Eppure, questa adozione massiccia si accompagna a una forte diffidenza. Solo il 24% degli sviluppatori afferma di fidarsi realmente dell’output dell’AI, mentre circa un terzo dichiara di fidarsi “poco” o “per nulla” di essa.

Il rapporto sottolinea anche come l’AI funga da amplificatore delle caratteristiche di base delle organizzazioni che la adottano: quelle con processi interni già maturi traggono benefici più evidenti dal suo utilizzo, mentre le realtà più disorganizzate vedono peggiorati i punti deboli.

Il sondaggio è stato funzionale per Google per proporre un framework ad hoc suddiviso in processi mirati che permetterà al settore della programmazione di superare i limiti, di nome DORA AI Capabilities Model.


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