Il ‘disegno’ di Microsoft continua: 3 miliardi nell’AI Giapponese

Dall'azienda al Giappone un investimento miliardario per aumentare l'infrastruttura di cloud e fornire competenze per sviluppare l'AI.

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Il ‘disegno’ di Microsoft continua: 3 miliardi nell’AI Giapponese

Da sinistra a destra: Fumio Kishida, Primo Ministro del Giappone; Brad Smith, vicepresidente e presidente di Microsoft; Suzanne P. Clark, Presidente e CEO, Camera di Commercio degli Stati Uniti; Rahm Emanuel, ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone; Miki Tsusaka, Presidente, Microsoft Giappone.

Microsoft ha annunciato lo stanziamento di 2,9 miliardi di dollari in Giappone per potenziare lo sviluppo nipponico dell’intelligenza artificiale nei prossimi anni. L’annuncio è stato dato in occasione della visita a Washington del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida. Presenti anche il vicepresidente di Microsoft Brad Smith e la presidente di Microsoft Giappone Miki Tsusaka. 

Cloud e competenze

L’investimento contribuirà ad aumentare l’infrastruttura di cloud computing e intelligenza artificiale su vasta scala in Giappone. Amplierà inoltre i programmi di competenze digitali del Paese con l’obiettivo di fornire competenze di intelligenza artificiale a più di 3 milioni di persone nei prossimi tre anni. L’azienda poi aprirà il suo primo laboratorio Microsoft Research Asia in Giappone e approfondirà la collaborazione sulla sicurezza informatica con il governo. 

Questi investimenti – ha dichiarato Microsoft nel comunicato ufficiale- mirano a sostenere il pilastro chiave del Giappone per affrontare la deflazione e stimolare l’economia espandendo le infrastrutture, i talenti qualificati e la sicurezza necessari per accelerare la trasformazione digitale del Giappone e l’adozione dell’intelligenza artificiale“.

Il nuovo corso nei rapporti tra Microsoft e Giappone

Come sottolineato da Brad Smith, è l’investimento maggiore mai fatto da Microsoft in Giappone.

L’annuncio di oggi – ha dichiarato Smith – rappresenta l’investimento più significativo di Microsoft in Giappone da quando ha messo radici qui nel 1978. Questi investimenti in infrastrutture digitali, competenze nell’intelligenza artificiale, sicurezza informatica e ricerca sull’intelligenza artificiale sono ingredienti essenziali affinché il Giappone possa costruire una solida economia basata sull’intelligenza artificiale”.    

All’inizio di questo mese OpenAI (come noto, un ‘quasi’ distaccamento di Microsoft) ha annunciato l’apertura del suo primo ufficio asiatico proprio a Tokyo.

Industria e sicurezza

Il Primo Ministro giapponese Kishida ha rilasciato dichiarazioni si è detto soddisfatto degli accordi presi, precisando che con l’aumento delle attività economiche nello spazio digitale è importante che l’industria giapponese nel suo complesso collabori con aziende globali come Microsoft e con le loro infrastrutture digitali. Il ministro si è soffermato poi in particolare sulla cooperazione nel campo della sicurezza informatica, un tema caldo a livello mondiale e tra le prime preoccupazioni di tutti i paesi industrializzati in questo momento storico.

Apprezziamo l’annuncio di Microsoft del suo nuovo investimento in Giappone – ha dichiarato – Microsoft ha apportato contributi significativi all’implementazione sociale dell’intelligenza artificiale generativa nel nostro Paese attraverso varie iniziative e siamo ansiosi di collaborare ulteriormente“.

Il “disegno” di Microsoft

Il Giappone si unisce alla schiera di Paesi affiancati da Microsoft nello sviluppo dell’AI. A partire dall’inizio dell’anno l’azienda principale investitrice di OpenAI ha stanziato fondi miliardari per Spagna, Germania, India e Sri Lanka. Anche in Italia si registra una importante presenza di Microsoft fin dalla fine del 2023, in particolare con il supporto AI LAB di supporto alle aziende.

Forte del suo ruolo di genitore adottivo di ChatGPT, l’azienda sta perseguendo un “disegno” di supporto all’implementazione dell’industria e della cybersicurezza che renderà la sua presenza sempre più indispensabile, presumibilmente con ampi vantaggi commerciali.


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