Il suo nome è Tilly Norwood ed è la prima attrice generata con intelligenza artificiale. Norwood è stata presentata ufficialmente durante il Film Festival di Zurigo, suscitando critiche, interesse e indignazione da parte del pubblico e in particolare dal settore cinematografico sempre più insidiato dall’avvento dell’AI.
L’attrice AI è il prodotto di un’azienda con sede a Londra di nome Xicoia, divisione della società di produzione Particle6 fondata da Eline Van der Velden, che si presenta al pubblico come un’agenzia di “talenti AI”. Sui suoi profili social, mentre è intenta a svolgere azioni di vita quotidiana come scattare delle foto, scegliere dei vestiti o bere un frappé, si può notare come Tilly Norwood sia stata realizzata con un estremo realismo. L’avatar ha già avuto modo di fare il debutto ufficiale, prendendo parte ad uno sketch comico (“AI Commissioner”) completamente generato da AI che ha ottenuto una certa visibilità sul web.
La notizia ha fatto parecchio scalpore nel mondo del cinema, soprattutto perché la creatrice Van der Velden ha fatto affermazioni provocatorie dicendo di aspettarsi che Tilly diventi “la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman”. Le preoccupazioni del settore sono anche legate alle future intenzioni dell’azienda sviluppatrice, che secondo alcune indiscrezioni starebbe progettando di creare un universo con decine di personalità digitali correlate, con retroscena e storie interconnesse da mettere a disposizione del mondo del cinema.
Il settore cinematografico teme di subire un forte impatto dall’introduzione dell’intelligenza artificiale nella sua catena produttiva. Alcune stime fornite dalla stessa Particle6 indicano che, in caso di adozione di personalità digitali per la recitazione di determinati ruoli, si potrebbe arrivare ad un risparmio complessivo del 90% sui costi di produzione e offrire livelli di creatività e performance più flessibili. Il SAG-AFTRA, sindacato statunitense che rappresenta circa 170.000 lavoratori del settore dei media e dello spettacolo, si è già espresso sulla vicenda affermando che Tilly Norwood “non ha esperienze di vita da cui attingere, non ha emozioni”.
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