Codice di condotta Ue sull’AI: Microsoft si adegua. Meta non firmerà

Il Codice di condotta dell'Ue sull'AI si basa sull'adesione volontaria delle aziende e cerca di creare gli spazi giuridici per garantire loro la certezza del diritto

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Codice di condotta Ue sull’AI: Microsoft si adegua. Meta non firmerà

Mentre Microsoft ha fatto sapere tramite il proprio presidente Brad Smith che il Codice di condotta dell’Unione europea sull’intelligenza artificiale sarà “probabilmente” firmato dopo la lettura dei documenti, Meta ha confermato il proprio scetticismo nei confronti del provvedimento e l’intenzione di respingere delle linee guida che ritiene essere eccessivamente “ostacolanti” nei confronti dello sviluppo dell’AI nel territorio europeo.

In cosa consiste il Codice di condotta

Il Codice di condotta dell’Ue sull’AI è un documento a firma volontaria che ambisce a creare certezza giuridica per le imprese tecnologiche che operano nel territorio dell’Unione, cioè metterle nelle condizioni di sapere con anticipo quali comportamenti sono leciti e quali illeciti e poter così prevedere eventuali sanzioni.

Il Codice è stato redatto da 13 esperti indipendenti e consiste in un insieme di linee guida proposte per promuovere un uso responsabile dell’intelligenza artificiale in attesa dell’entrata in vigore del più ampio disegno di legge AI Act. Più in generale, gli obiettivi del documento sono molteplici e consistono nel garantire che l’AI sia usata in modo etico e sicuro, prevenire abusi legati ad un uso improprio dell’AI e fornire infine un quadro comune e noto per l’industria del settore.

Alcuni elementi di queste linee guida richiedono alle imprese ad esempio di rendere pubblici i riassunti dei contenuti utilizzati per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale, utilizzare solo contenuti protetti da copyright quando utilizzano i bot (web crawler) e ridurre al minimo il rischio di output che violino il copyright nel suo complesso. I capitoli sulla sicurezza in particolare sono rivolti ai fornitori dei modelli più avanzati, come ChatGPT di OpenAI, Llama di Meta, Gemini di Google e Claude di Anthropic.

La divisione del settore Big Tech

L’AI Act, approvato nel 2024, è la prima legge al mondo di natura vincolante sul tema dell’intelligenza artificiale. La sua entrata in vigore completa e definitiva è stimata per il 2026. Su questo tema le principali aziende del settore si sono divise fortemente in due fronti contrapposti. Da un lato quello più incline all’adeguamento alle norme richieste, all’apertura verso il dialogo e la collaborazione con le istituzioni comunitarie, rappresentato ad esempio, oltre che da Microsoft, da Mistral, OpenAI e Anthropic che hanno già sottoscritto il codice. Dall’altro lato invece, il fronte più fermo sulle proprie posizioni di contrarietà capeggiato da Meta e composto da 45 aziende europee che si sono già espresse contro il provvedimento.

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