Perplexity ha presentato a Google un’offerta da 34,5 miliardi di dollari per rilevare Chrome, il browser più utilizzato al mondo. La cifra, riportata dalla stampa finanziaria statunitense, è quasi il doppio rispetto alla valutazione di mercato (circa 18 miliardi).
L’operazione – spiega Perplexity – sarebbe sostenuta da un gruppo di investitori che include importanti fondi di venture capital.
Il contesto: i rimedi dopo la condanna antitrust
La mossa arriva mentre negli Stati Uniti il giudice federale Amit Mehta sta esaminando i rimedi da applicare a Google dopo aver accertato violazioni delle norme sulla concorrenza nella ricerca online.
Tra le ipotesi considerate rientra anche un intervento drastico sulla costellazione di asset legati alla ricerca; in questo quadro si inserisce la proposta di Perplexity, ma anche la disponibilità dichiarata da OpenAI, di prendere in gestione Chrome.
OpenAI pronta a rilevare Chrome se Google sarà costretta a venderlo
Per OpenAI, l’integrazione di Google Chrome sarebbe un acceleratore decisivo…
Come Perplexity immagina il “dopo” e la posizione di Alphabet
Secondo l’azienda californiana, mettere il browser nelle mani di un operatore indipendente e con forte profilo tecnologico consentirebbe di garantire la continuità del progetto open-source Chromium e mantenere Google come motore di ricerca predefinito, lasciando però agli utenti la possibilità di cambiarlo con facilità.
Da parte sua, Alphabet ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di cedere il browser e di voler impugnare la decisione del giudice. In una precedente testimonianza, il CEO Sundar Pichai ha sostenuto che forzare la vendita di Chrome o imporre la condivisione dei dati danneggerebbe il business, scoraggerebbe gli investimenti in nuove tecnologie e aprirebbe a potenziali rischi per la sicurezza.
Parallelamente, il gruppo ha messo sul tavolo un pacchetto di correttivi che rivedrebbe gli accordi esclusivi con Apple, Mozilla e il mondo Android, con l’obiettivo di ampliare gli spazi di concorrenza senza interventi strutturali più pesanti.
Le altre opzioni in discussione
Gli analisti si attendono che il pacchetto di rimedi venga definito entro fine agosto. Tra le strade possibili figurano:
- un rimedio “pro-competitivo” che imponga a Google di condividere indice e dati di ricerca con i concorrenti, senza sezionare l’azienda;
- uno scenario moderato che vieti contratti esclusivi per il motore predefinito;
- lo scenario minimo di tipo comportamentale, con impegni formali a non violare le regole antitrust per un certo periodo, includendo il divieto di nuove esclusività, ma senza imporre modifiche immediate né rimedi strutturali.