Contro ogni previsione e contro quanto annunciato nei precedenti mesi, la società di AI OpenAI, complice anche un fattore determinante di pressione esterna, ha deciso che la sua struttura non-profit rimarrà in controllo di tutte le proprie attività commerciali. La notizia giunge dopo che negli scorsi mesi OpenAI aveva comunicato l’intenzione di trasformare la propria realtà in una società di pubblica utilità, una decisione che aveva suscitato particolari critiche da parte di ex dipendenti, accademici e anche dallo stesso Elon Musk, fondatore di OpenAI e oggi suo rivale diretto.
Elon Musk ritirerà la sua proposta d'acquisto se OpenAI resta (in parte) non-profit
La condizione per il ritiro dell'offerta di Elon Musk è…
OpenAI infatti è nata nel 2015 come società non-profit con il preciso scopo di apportare all’umanità un generico beneficio. Nel 2019 ha poi creato una divisione for-profit finalizzata al finanziamento dei consistenti costi relativi allo sviluppo e all’implementazione dei propri progetti. Solamente nel dicembre scorso è stata resa pubblica la decisione di rendere la struttura non-profit minoritaria rispetto a quella for-profit, che si sarebbe invece svincolata acquisendo più potere decisionale e indipendenza.
La reazione a questa ipotesi è stata subito molto forte, tanto che diversi dipendenti, premi Nobel, accademici e legali hanno inviato una lettera ai procuratori di Delaware e California chiedendo di bocciare l’iniziativa per via dei rischi alla sicurezza che comportava.
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha commentato così la notizia: “Rimanendo un’azienda senza scopo di lucro, crediamo che questo ci consentirà di continuare a fare progressi rapidi e sicuri e di dare a tutti accesso a un’intelligenza artificiale potente“.