Come riportato in esclusiva dall’agenzia di stampa Reuters, Meta, X e Linkedin hanno presentato ricorso contro la richiesta fiscale di rimborso dell’IVA presentata dall’Agenzia delle Entrate italiana a marzo 2025. Si tratta della prima volta in cui le autorità fiscali italiane non riescono a raggiungere un accordo transattivo, cioè consensuale, dopo aver presentato delle precise richieste ad aziende tecnologiche.
Il contenzioso
L’Agenzia delle Entrate italiana ritiene che la pratica di registrazione degli utenti presso le piattaforme in questione sia a tutti gli effetti una transazione imponibile poiché basata sullo scambio, definito sinallagmatico, fra l’iscrizione degli utenti e i dati personali forniti dagli stessi. Dati che in un secondo momento vengono poi riutilizzati dalle aziende a fini di profitti individuali.
Per questa ragione le autorità italiane hanno notificato delle richieste di rimborso IVA rispettivamente di 887,6 milioni di euro a Meta, circa 140 milioni di euro a Linkedin (di proprietà di Microsoft) e 12,5 milioni di euro a X. Tali cifre si riferiscono all’intero periodo oggetto di indagine, dal 2015-2016 al 2021-2022, a seconda dei casi, ma l’avviso di accertamento ora notificato riguarda solo gli anni per i quali i crediti sono destinati a scadere, ovvero il 2015 e il 2016.
Cosa succede ora
In risposta le società tecnologiche hanno presentato appello dando il via indirettamente un contenzioso in tribunale che, a detta degli esperti, avrà un esito incerto e potrebbe durare fino a dieci anni. Le autorità italiane puntano ora ad ottenere un parere favorevole da parte del Comitato IVA della Commissione europea che si riunirà la prima volta il prossimo novembre. Anche se il Comitato è un organo consultivo indipendente e i pareri da esso trasmessi non hanno natura vincolante, un’eventuale sponda europea potrebbe rafforzare non di poco le richieste dell’Italia. Viceversa, un respingimento potrebbe invece indurre le autorità italiane all’archiviazione del caso.
La vicenda è da tempo sotto le attenzioni di tutti gli osservatori politici perché, oltre ad avere una portata molto vasta, è in grado di influire radicalmente sulle dinamiche di tassazione, anche al di là del settore tecnologico, e creare un importante cambio di paradigma e un precedente giuridico cruciale a cui appellarsi in futuri casi simili a questo.
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