La società statunitense di riconoscimento facciale Clearview AI è stata denunciata in Austria per presunta violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione europea. A sporgere denuncia è stato Noyb (Centro europeo per i diritti digitali), una no profit austriaca che si occupa di diritti in rete e rispetto della privacy, già attiva in diverse occasioni contro l’attività delle big tech sul suolo europeo.
Noyb accusa l’azienda di “data scraping”, cioè di aver raccolto illegalmente foto e video dei cittadini da internet per creare un database di riconoscimento facciale, e ritiene che le violazioni commesse siano tali da poter esporre i dirigenti di Clearview AI a responsabilità legali personali, incluso il rischio di detenzione.
I principali clienti di Clearview AI, che afferma di aver raccolto più di 60 miliardi di immagini in tutto il mondo, sono agenzie governative di vari stati del e forze dell’ordine. Prima del caso austriaco, l’azienda è già stata coinvolta in casi di violazione del GDPR in altri stati europei come Francia, Grecia, Italia, Regno Unito e Paesi Bassi per ragioni analoghe. Questi paesi hanno imposto sanzioni complessive di circa 100 milioni di euro. Negli Stati Uniti invece, nei confronti di Clearview AI, è in corso una class action per le stesse ragioni denunciate in Austria.
Il caso austriaco resta però singolare. Il paese ha infatti introdotto disposizioni penali per le violazioni del GDPR all’interno del paese. Se i pubblici ministeri dovessero accogliere la denuncia, si potrebbe creare un importante precedente per l’applicazione penale delle violazioni, generando un potente disincentivo per le aziende extra-Ue che non intendono rispettare le norme interne.
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