Venerdì 5 settembre Anthropic ha comunicato di aver accettato di pagare una multa da 1,5 miliardi di dollari per chiudere una class action intentata nei suoi confronti da un gruppo di autori che ritiene che l’azienda abbia usato libri protetti da copyright per addestrare il chatbot Claude.
Secondo i querelanti, che intravedono una vittoria in questa decisione anche se Anthropic non ha fatto alcuna ammissione di colpe, si tratta del più grande recupero di diritti d’autore reso pubblico nella storia. A giugno il giudice federale di San Francisco William Alsup aveva dichiarato legittimo l’utilizzo di libri da parte di Anthropic per addestrare l’AI, ma successivamente aveva giudicato come una violazione il fatto che l’azienda avesse salvato più di 7 milioni di libri piratati in una “biblioteca centrale” per uno scopo non definito.
Nel suo complesso, il fondo di risarcimento da 1,5 miliardi di dollari corrisponde a 3.000 dollari per ciascuno dei 500.000 libri scaricati e usati in maniera illegittima. In una dichiarazione, Mary Rasenberger, CEO dell’associazione di difesa degli scrittori Authors Guild, ha definito come “un passo fondamentale” il fatto che si stato riconosciuto che “le aziende di intelligenza artificiale non possono semplicemente rubare il lavoro creativo degli autori per costruire la propria intelligenza artificiale”. Anthropic si è invece limitata ad affermare di essere “impegnata a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale sicuri che aiutino le persone e le organizzazioni ad ampliare le proprie capacità, a far progredire la scoperta scientifica e a risolvere problemi complessi”.
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