Amazon ha deciso di chiudere il suo laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale situato a Shanghai, scelta destinata a segnare l’ennesimo passo indietro delle grandi aziende tecnologiche statunitensi dal mercato cinese. Il centro, lanciato da Amazon Web Services nel 2018, venne concepito per sviluppare soluzioni avanzate di AI in ambito cloud.
L’annuncio è arrivato attraverso un post su WeChat del ricercatore Wang Minjie, uno dei ricercatori principali ha spiegato la situazione senza giri di parole: “Il nostro team sta venendo dissolto a causa di aggiustamenti strategici dovuti alle tensioni tra Usa e Cina”.
Secondo Wang, il laboratorio ha contribuito con oltre cento pubblicazioni scientifiche e ha messo a punto un framework open‑source per reti neurali grafiche, che avrebbe generato quasi 1 miliardo di dollari di vendite per Amazon. La notizia dello scioglimento non è stata confermata ufficialmente da Amazon, né da Reuters.
Il ritiro da Shanghai si inserisce in una tendenza più ampia: IBM, Microsoft e McKinsey hanno già ridimensionato o cessato attività R&D in Cina, in risposta ad un inasprimento dei controlli statunitensi su export, semiconduttori e collaborazioni tecnologiche sensibili.
Parallelamente, Amazon sta attuando una ristrutturazione globale della sua forza lavoro, con tagli che coinvolgono proprio AWS e un orientamento strategico ancora più marcato verso l’intelligenza artificiale.
Secondo fonti interne, AWS raggiunse un picco di oltre 1.000 impiegati in Cina; complessivamente, nel 2022 Amazon contava più di 10.000 addetti nel Paese, con il cloud rivolto soprattutto a multinazionali e realtà locali che operano a livello globale.