Si parla sempre di più di trasferire i data center nello spazio, possibilità concreta o utopia?

Diversi CEO di big tech ne stanno già parlando e Google ha lanciato un progetto specifico noto come "Project Suncatcher"
Si parla sempre di più di trasferire i data center nello spazio, possibilità concreta o utopia?

L’idea di trasferire nel futuro i data center di intelligenza artificiale nello spazio è sempre più discussa e presa in considerazione da parte di diverse big tech. Ad ottobre era stato il proprietario di Amazon Jeff Bezos a parlare per primo di questa ipotesi, soffermandosi sui vari vantaggi che apporterebbe un tale cambiamento. Il progetto “Suncatcher di Google, presentato dall’azienda il 4 novembre 2025, ha reso palese come questa non sia un’idea isolata e priva di fondamento nel settore, pur con la presenza di evidenti criticità che rimangono ancora senza risposta.

Nel mondo dell’AI è noto che le previsioni di crescita delle infrastrutture sono talmente elevate che in futuro potrebbe diventare insostenibile sostenere lo sviluppo e l’espansione dell’AI. Lo spazio sarebbe quindi il luogo più conveniente dove predisporre i data center, risolvendo enormi problematiche ambientali ed energetiche.

È da questa consapevolezza che nasce un progetto come Project Suncatcher, che ambisce a costruire un insieme di data center spaziali, ovvero costellazioni di satelliti-data center mantenuti in orbita bassa equipaggiati con le TPU necessarie per alimentare l’AI.

Ponendo i data center in orbite con illuminazione quasi costante (“dawn-dusk”), si potrebbe sfruttare l’energia solare continua e molto più efficiente rispetto a quella che si riesce a trasformare sulla terra. Rimane un’idea velleitaria, che lo stesso CEO dell’azienda Sundar Pichai definisce “ardua” e “apparentemente folle”, anche perché non ci sono ancora delle stime sui costi di realizzazione e manutenzione, ma Google prevede di lanciare già entro il 2027 un progetto pilota con due satelliti per verificare la resistenza dei chip alle radiazioni spaziali e indagare sulla fattibilità del progetto.

Oltre ad Amazon e Google, ci sono stati altri CEO di importantissime aziende del settore tecnologico a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi. Sia Sam Altman di OpenAI che Elon Musk di xAI in passato ne hanno parlato menzionando un concreto impegno in questa direzione.


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