Sono stati oltre 750 tra studenti e docenti, in rappresentanza di 150 scuole superiori d’Italia, i protagonisti della seconda giornata (giovedì 20 novembre) di Orbits – Dialogues with intelligence, il progetto firmato dalla Action di Manuela Ronchi e guidato dal filosofo Luciano Floridi, nato per accompagnare leader, cittadini e giovani generazioni nella comprensione critica delle trasformazioni digitali.
La seconda giornata di Orbits ha visto la collaborazione con ilCampus itinerante “Scuola Futura”, progetto promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che dal 2023 a oggi ha coinvolto migliaia di studenti, studentesse, docenti e dirigenti scolastici in centinaia di laboratori didattici su sfide di interesse scientifico e culturale, in Italia e all’estero.
Il Campus Scuola Futura è arrivato al Palazzo del Ghiaccio di Milano già il 18 novembre per un’esperienza laboratoriale immersiva dedicata all’esplorazione del rapporto tra linguaggio, tecnologia e conoscenza, con particolare attenzione al tema centrale di ORBITS 2025: il capitale semantico. Gli studenti hanno partecipato a una sessione introduttiva del percorso di tre giorni, che ha visto sul palco Manuela Ronchi – ideatrice con Luciano Floridi di Orbits – e i rappresentanti dei gruppi di lavoro degli studenti: insieme hanno introdotto la struttura del progetto e la sfida a cui sono stati chiamati gli studenti italiani per “fare meglio insieme”.
«Con Luciano abbiamo invitato i ragazzi, che rappresentano il buono del nostro Paese, a riflettere su un concetto importante: non dobbiamo farci dominare dalla tecnologia, ma dobbiamo essere noi a dominarla”, afferma Manuela Ronchi. “Per farlo serve cultura: l’essere umano deve sempre prendersi la responsabilità delle decisioni. La tecnologia può supportare, ma non può sostituirsi alla nostra capacità di scelta.”
Tre giorni di formazione, 30 parole, 30 domande di senso per ripensare l’intelligenza artificiale
I partecipanti sono stati suddivisi in 30 team – 25 composti dagli studenti e 5 dai docenti – e invitati a lavorare su 30 parole chiave elaborate dal prof. Luciano Floridi. AI Literacy, pensiero critico, etica dell’intelligenza artificiale, qualità dei dati, governance, trasparenza, supervisione umana: queste e molte altre le key words che hanno guidato i lavori degli studenti. Dalle parole, i gruppi sono arrivati a formulare 30 domande di senso, domande etiche e critiche che esplorano come la tecnologia stia ridefinendo linguaggio, società, apprendimento e relazioni.
Le domande sono state al centro del dialogo conclusivo tra gli studenti e il Prof. Floridi, in un confronto che ha restituito la complessità e la ricchezza dello sguardo delle nuove generazioni.
“Il dialogo con gli studenti di oggi è stato straordinariamente stimolante: mi hanno posto domande tutt’altro che semplici, che dimostrano quanto le nuove generazioni stiano già usando e pensando in modo maturo al ruolo dell’intelligenza artificiale nelle loro vite. Ho ricordato loro che esistono molte strade per arrivare al sapere, ognuno di noi ne percorre una differente. L’AI può aiutarci a esplorare queste strade, a rimuovere ostacoli, ad ampliare le prospettive, ma la meta deve essere sempre scelta da ciascuno di noi”, ha affermato il Prof. Floridi. “Per non perdere la propria identità in mezzo alla quantità enorme di messaggi che riceviamo è fondamentale pensare autonomamente, anche per lasciare una traccia personale in ciò che si fa, anche quando si usa l’AI. Questo significa imparare a dialogare con la tecnologia, guidarla, controllarla e non subirla: per fortuna l’AI è paziente, non si stanca, e può offrirci punti di vista diversi aiutandoci a sviluppare e raffinare le nostre idee”.
Alla platea di giovanissimi, Floridi ha evidenziato poi come oggi la tecnologia permetta di verificare meglio la veridicità delle informazioni e di contrastare la disinformazione, che proprio la tecnologia può contribuire a diffondere. “E ci aiuta a collaborare, grazie alla capacità di fare rete: le soluzioni ai problemi complessi sono sempre collettive, mai individuali. Perfino sul fronte dell’ambiente dobbiamo essere più precisi: l’AI consuma meno dell’1% e tutte le tecnologie digitali meno del 4% dell’energia totale utilizzata dall’umanità ogni anno, molto meno di quanto spesso si creda. Non è una buona notizia, ma la sfida è non temere o subire l’AI, e imparare a usarla bene, insieme, per fare un passo in più nella direzione giusta”.
La giornata dedicata ai giovani studenti si è aperta con un dialogo inaspettato tra musica e futuro: le note del basso di Saturnino, tra i più eclettici musicisti della scena italiana, hanno trasformato l’auditorium in un laboratorio creativo dove arte, tecnologia e formazione si incontrano. Ad accompagnarlo, il D4rky Quartet – Sylvia Catasta (flauto), Valentina Giangaspero (viola), Adriana Ester Gallo (violino) e Sofia Volpiana (violoncello) – un ensemble capace di restituire l’energia del rock con la purezza e l’essenzialità della musica da camera. Insieme, Saturnino e il quartetto hanno offerto al giovane pubblico una selezione di brani iconici, da Nirvana ai Depeche Mode, dimostrando come l’innovazione non appartenga solo all’intelligenza artificiale ma anche alla creatività umana, quando si mette al servizio delle nuove generazioni. Il loro intervento ha rappresentato un ponte tra linguaggi, un gesto artistico che ha dialogato con le riflessioni del Prof. Luciano Floridi sul digitale, accompagnando i ragazzi a riscoprire il valore dell’immaginazione e della cultura come strumenti per abitare con consapevolezza il mondo tecnologico che ci attende.
La missione di Orbits: restituire significato nell’era digitale
Con la giornata dedicata agli studenti, Orbits 2025 si conferma un laboratorio unico di pensiero e partecipazione, capace di unire filosofia, formazione, creatività e impatto sociale. Un format che – sotto la guida di Luciano Floridi – continua a mettere al centro il valore del significato e la responsabilità umana in un’epoca di cambiamento e rivoluzione.
