Una nuova ricerca svolta da ricercatori dell’Università di Tübingen ha rivelato che centinaia di migliaia di articoli scientifici potrebbero essere stati scritti con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, spesso senza alcuna dichiarazione da parte degli autori.
Le tracce linguistiche digitali
Il team ha individuato la tendenza dei chatbot AI a ripetere una serie di termini caratteristici, 454 in particolare. Sono comprese espressioni come “garnered“, “encompassing” e “burgeoning”
Analizzando migliaia di articoli, i ricercatori sono giunti alla conclusione che tra il 13,5% e il 40% degli abstract biomedici potrebbero essere stati scritti con l’assistenza dell’AI.
Con circa 1,5 milioni di articoli indicizzati ogni anno su PubMed, si stima che almeno 200.000 in tutto potrebbero essere stati prodotti con l’aiuto dell’AI. La la cifra è probabilmente a ribasso, considerando i tentativi di mascherare l’uso dell’AI.
Errori clamorosi
In sé la rivelazione sarebbe un semplice segno dei tempi.
Non fosse che talvolta all’utilizzo di AI si accompagna una discreta tendenza all’errore. Alcuni casi sono clamorosi: un articolo di radiologia conteneva ancora il messaggio di errore del chatbot, mentre altri includevano riferimenti bibliografici completamente inventati dall’AI o immagini generate di animali con evidenti errori anatomici.