L’India istituisce un comitato di lavoro sulla controversia copyright-AI

Il governo indiano intende ottenere il parere di esperti sulla controversia legale in corso nel paese fra alcune testate giornalistiche e OpenAI per presunta violazione di copyright

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L’India istituisce un comitato di lavoro sulla controversia copyright-AI

Il governo indiano ha istituito un comitato ad hoc composto da otto esperti che si dovranno occupare specificamente di studiare e analizzare la questione giuridica relativa alle problematiche legate all’intelligenza artificiale e le sue implicazioni secondo la legge indiana sul copyright, un tema al centro dei dibattiti e nelle carte di diversi tribunali di tutto il mondo.

Nella nota ufficiale diffusa dal governo si legge che agli esperti verrà richiesto di “identificare e analizzare le questioni legali e politiche derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale nel contesto del diritto d’autore”. Presso il tribunale di Nuova Delhi, OpenAI si trova infatti ad affrontare un’importante controversia legale correlata alle accuse di sfruttamento di materiale protetto da copyright nell’ambito dell’addestramento dei suoi modelli.

La causa ricalca quella in corso negli Stati Uniti, dove una serie di testate giornalistiche e privati cittadini, fra cui anche il New York Times, hanno portato in causa la società di Sam Altman per lo stesso motivo. Il peso specifico di una potenziale pronuncia in questo senso è tale da poter radicalmente sconvolgere il modo in cui l’intero settore AI opera in India, dove a portare in causa OpenAI sono stati la NDTV del miliardario Gautam Adani, insieme ai quotidiani Indian Express e Hindustan Times e alla Digital News Publishers Association, che raggruppa i principali organi di informazione.

Il gruppo di lavoro, composto da avvocati specializzati in proprietà intellettuale, funzionari governativi e dirigenti del settore, si riunirà quindi per verificare l’adeguatezza del Copyright Act del 1957 e presentare eventuali raccomandazioni al governo.

OpenAI nel frattempo nega ogni tipo di illecito, affermando di utilizzare dati pubblici per addestrare il suo chatbot, il che non violerebbe la legge indiana sul copyright, e fornisce inoltre anche un’opzione di esclusione per i siti web che non desiderano che i loro dati vengano utilizzati, ma la questione sta progressivamente diventando sempre più impattante e determinante da un punto di vista giuridico.

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