L’Europa riparte da Parigi in mezzo ai posizionamenti anti-DeepSeek | Weekly AI

Weekly AI è la nostra rassegna settimanale sulle notizie più rilevanti legate al mondo dell’intelligenza artificiale.
L’Europa riparte da Parigi in mezzo ai posizionamenti anti-DeepSeek | Weekly AI

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Questa settimana l’AI anima soprattutto l’Europa, il continente che più di tutti risulta in svantaggio nel mezzo della sfida tech geopolitica.

Proprio mentre l’AI Act entra ufficialmente in vigore viene lanciato il progetto OpenEuroLLM. Si tratta della mossa europea per sfidare gli altri giganti con modelli open-source. È un ecosistema avviato grazie al supporto della Commissione Europea nell’ambito del Programma Europa Digitale e vede la partecipazione di 20 partner tra istituzioni accademiche, aziende di AI e centri di supercalcolo europei.

Bisogna come sempre constatare che l’arma europea per la competizione all’AI rimane la partecipazione istituzionale, strategia che fino ad ora non ha brillato per risultati e che anzi secondo qualcuno ha probabilmente frenato l’innovazione privata.

Ma ecco che sulla scia di questo annuncio sembra muoversi qualcosa di nuovo. Prima di tutto la Svezia decide di stanziare 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

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Poi Microsoft presenta a Milano l’AI L.A.B. 2025 (noi c’eravamo), la prosecuzione del progetto iniziato nel 2023. In un anno Microsoft è riuscita a coinvolgere in Italia oltre 400 aziende con 35 partner attivi e più di 600 progetti realizzati. Indicative del futuro le impressionanti demo delle nuove possibilità agentiche offerte dalla famiglia di nuovi modelli ‘ragionanti’ di OpenAI.

Dall’Italia poi emerge il nome di una startup fino ad ora poco in vista, ASC27, che lancia un modello di nome Vitruvian-1. Nelle capacità logico-matematiche (il test noto come MATH-500) si collocherebbe al quarto posto su scala mondiale, superando anche OpenAI o1-mini. Uno sviluppo da tenere d’occhio perché potenzialmente di grande impatto per l’Italia.

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A dimostrazione che si muove più di qualcosa nel cosmo europeo, arriva l’annuncio di OpenAI sulla residenza dei dati in Europa per ChatGPT Enterprise, ChatGPT Edu e la piattaforma API. Seppur appaia un tecnicismo è un passaggio fondamentale: i requisiti locali di sovranità dei dati sono elementi importanti per permettere l’adozione dell’AI in molte aziende europee. Sono tantissime le grandi compagnie che non adottano sistemi AI per il divieto interno di rilasciare dati nel cloud che vengono conservati in server americani.

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Con felicissimo tempismo, poi, Parigi si prepara ad ospitare il 10 e l’11 febbraio un grande summit sull’AIche unirà politica e aziende.

Il summit è co-organizzato da Macron e dal Primo Ministro indiano Narendra Modi. In tutto ci saranno i rappresentanti di 80 Paesi. I politici attesi vanno da Ursula von der Leyen, a Olaf Scholz fino al Vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance.

E ovviamente ci saranno alcuni volti simbolo dell’AI, come Dario Amodei di Anthropic, il CEO dell’italiana iGenius Uljan Sharka e il co-fondatore di Inflection AI e LinkedIn Reid Hoffman. Immancabile poi la presenza di Arthur Mensch, della francese Mistral AI. Proprio questa settimana l’azienda assesta un bel colpo rilasciando la sua AI Le Chat anche in formato app per Android e iOS.

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Potrebbe partecipare al summit parigino, forse a distanza, anche Sam Altman.

Ammesso che ne abbia il tempo. Oltre a concentrarsi sugli aggiornamenti dei dati europei di OpenAI, Altman ha moltissime cose a cui pensare. Prima deve fronteggiare il mormorio mediatico attorno a un nuovo abbandono, questa volta del ricercatore della sicurezza Steven Adler. È una consuetudine che quasi non fa più notizia. Adler in realtà avrebbe dato le dimissioni a novembre, per i “soliti” motivi etici sulla sicurezza AI.

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Ma OpenAI intanto va come un treno. Forse in risposta a DeepSeek, l’azienda lancia Deep Research in ChatGPT, un nuovo agente per la ricerca online con capacità avanzate in grado di ottenere output dettagliati su argomenti complessi in pochi minuti.

Non soddisfatta OpenAI lancia o3-mini, successore di o1 (per scelta di omonimia con la società di telecomunicazioni, l’azienda ha saltato il nome o2) e nuovo modello che promette maggiore velocità, precisione e intelligenza nel coding. Le sue performance sono già altissime.

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E pensare che il tutto avviene mentre OpenAI annuncia, dopo il super investimento da parte di SoftBank, una vera e propria joint venture tra le due aziende per potenziare l’intelligenza artificiale in Giappone.

Non è l’unico schieramento strategico mondiale da segnalare. BlackRock, il colosso della gestione patrimoniale, annuncia un piano da 1.200 nuove assunzioni in India per potenziare lo sviluppo AI del Paese.

Nell’aria aleggia sempre dunque lo spirito di difesa anti-DeepSeek, un sentimento di rivalsa tech USA che riesce a coinvolgere anche realtà accademiche.

Un gruppo di dottorandi dell’Università della California di Berkeley realizza infatti a tempo zero una sorta didemo ‘clone’ di DeepSeek R1 di nome TinyZero, addestrato con meno di 30 dollari.

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L’altra big tech sotto i riflettori questa settimana è Google. DeepMind annuncia infatti nuovi aggiornamenti di Gemini 2.0, introducendo versioni pensate per sviluppatori e utenti finali. In particolare la versione Gemini 2.0 Flash, già lanciata in via sperimentale a dicembre, è ora disponibile.

Fa poi il giro del mondo la notizia di un aggiornamento sulla policy di Google in merito agli utilizzi finali delle sue AIL’azienda revoca il divieto sull’uso dei suoi modelli per la creazione di armi e lo sviluppo di sorveglianza, creando così un precedente inquietante. Speriamo che questo via libera non generi un percorso che rafforzi quelle tentazioni già osservate in particolare in Europa di applicare l’intelligenza artificiale al controllo su larga scala. Sarebbe uno spiacevole paradosso considerato che il motto originale dei fondatori di Google, Sergei Brin e Larry Page, era “Non essere cattivo“.


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