Come usiamo ChatGPT? Lo rivela per la prima volta OpenAI in uno studio

Il 73% lo usa più per questioni personali legate alla vita quotidiana che per lavoro.

4 min.

Come le persone usano ChatGPT” è il titolo del primo studio accurato pubblicato recentemente da OpenAI riguardo alle principali richieste, le macro-tendenze e i temi che si presentano di più nelle conversazioni fra gli utenti e ChatGPT.

Le caratteristiche dello studio

Per fare questa analisi, OpenAI ha preso in considerazione ben 1,5 milioni di conversazioni generate da utenti consumer, cioè persone che usano ChatGPT per interesse personale e non per ragioni di carattere aziendale o istituzionale, in un periodo di tempo compreso fra maggio 2024 e giugno 2025. L’azienda ha precisato che il metodo usato per la raccolta dei dati è stato messo in pratica rispettando dei rigidi criteri di privacy. In primo luogo sono stati presi in considerazione gli account che hanno dei permessi specifici per l’utilizzo dei dati per la ricerca, inoltre le conversazioni non sono state analizzate da esseri umani in persona ma da alcuni modelli di AI addestrati per identificare temi, tipologie di utente e ulteriori aspetti demografici.

Come hanno fatto notare alcuni osservatori, l’esigenza di rispettare questi criteri può aver reso lo studio non del tutto rappresentativo dell’insieme degli utenti che hanno interazioni con ChatGPT. Ci sono infatti larghe quote di essi che non sono consumer ma che fanno ampio uso di ChatGPT. Inoltre, i modelli AI che hanno condotto le classificazioni presentano anch’essi un margine di errore nella propria attività. Lo studio è inoltre focalizzato su una finestra temporale ampia ma comunque ristretta, e i comportamenti degli utenti possono mutare nel tempo, soprattutto considerando la velocità e il ritmo con cui OpenAI introduce nuove funzionalità.

I risultati principali

La prima tendenza messa in luce dallo studio riguarda l’abbassamento del divario di genere nell’utilizzo di ChatGPT. Se fra il 2022 e il 2023 la maggior parte degli utenti aveva nomi prettamente maschili (per l’80% delle interazioni), oggi gli utenti con nomi femminili hanno superato la metà del totale raggiungendo quota 52%. Si tratta sempre per la maggior parte di individui molto giovani, con più del 50% dei profili analizzati che rientra nella fascia d’età compresa fra i 18 e i 25 anni.

Un altro riscontro interessante riguarda il fatto che la maggior crescita del tasso di adozione di ChatGPT è stata riscontrata in paesi a reddito medio-basso, dove però sono sempre profili con un’istruzione più elevata e una professione meglio retribuita ad utilizzare lo strumento con più frequenza.

Le tematiche

Un’ampia parte dello studio si sofferma poi sui temi più frequentemente trattati dagli utenti. In questo caso OpenAI ha suddiviso gli argomenti in diverse aree tematiche sottolineando che, nel periodo di riferimento della ricerca, è cresciuta sensibilmente la quota di utenti che si rivolge a ChatGPT per risolvere questioni più personali e non lavorative (73% contro il 50% circa del periodo precedente).

L’area tematica di maggiore rilievo è quella definita come guida pratica” (28,3%), dove gli utenti si rivolgono al chatbot per avere dei consigli su attività quotidiane, salute e benessere, tutoring di vario genere, consigli di apprendimento e di ideazione creativa. Poco al di sotto, al secondo posto e con una quota del 28,1%, si trova l’area tematica del supporto alla scrittura, con numerosi utenti che richiedono lavori di editing su testi già scritti, traduzione, scrittura professionale, riassunti e argomentazioni su tematiche specifiche.

Al terzo posto compare poi la ricerca di informazioni con una quota del 21,3%. In questo settore le richieste degli utenti si concentrano sul chiedere fatti, dati, ricette, aggiornamenti su eventi, persone e prodotti. Nell’ultimo periodo, in questo ambito l’AI è cresciuta molto, con l’obiettivo di sostituirsi nel lungo periodo ai motori di ricerca e con sempre più utenti del web che preferiscono l’interazione con i chatbot piuttosto che il tradizionale funzionamento dei browser.

Al di sotto di queste tre aree maggiormente battute dagli utenti, si possono poi trovare altri ambiti piuttosto rilevanti ma meno calcati come la richiesta di assistenza tecnica, la creazione, la ricerca e l’analisi dei media e fenomeni di auto espressione. In questo senso ha ottenuto un particolare risalto la bassa quota relativa alle relazioni personali e le riflessioni intime (1,9%), in controtendenza con altre ricerche che invece hanno evidenziato una recente crescita dell’utilizzo dei chatbot come confidenti personali per conversazioni prolungate.

Fonte: “How people use ChagGPT” (National Bureau of Economic research, September 2025)

Conclusioni

Come evidenziato dalla stessa OpenAI, i risultati nel loro complesso mostrano come l’AI stia “creando un valore economico reale, sempre più centrale nel lavoro e nella vita quotidiana delle persone”. ChatGPT non è più uno strumento riservato a quote iper specializzate e settoriali della popolazione, ma si sta affermando sempre di più come un supporto di riferimento usato da persone comuni per scopi quotidiani.

L’ampio utilizzo non lavorativo e la marcata crescita del tasso di adozione nei paesi con redditi più bassi segna invece una grande diffusione dell’AI, che viene sempre di più percepita come strumento per ampliare le opportunità di accesso alla conoscenza per una quota sempre maggiore di utenti globali.

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