AI al centro delle tensioni, sguardo a Oriente e prova di forza dei data center globali | Weekly AI

Weekly AI è la rassegna settimanale di AI news sulle notizie più rilevanti legate al mondo dell’intelligenza artificiale.
AI al centro delle tensioni, sguardo a Oriente e prova di forza dei data center globali | Weekly AI

💥

Le relazioni e gli equilibri attorno all’intelligenza artificiale iniziano a rispecchiare fedelmente le crescenti tensioni internazionali. Cresce un misterioso senso di premura, nella preparazione di una guerra commerciale che somiglia pericolosamente a un riarmo.

In questo scenario, il data center diventa lo status principale e simbolo della prova di forza tra continenti, nazioni rivali e super company tra loro competitor.

OpenAI, Oracle e SoftBank iniziano a fare sul serio con il piano Stargate e pianificano cinque nuovi data center in vari territori americani. Dalla Cina risponde Alibaba, che punta sull’espansione progettando data center in tutto il mondo e un nuovo modello AI più potente.

🦾

Si consolida anche la connessione degli Emirati Arabi Uniti con gli USA. Dopo il “pellegrinaggio” degli esperti di AI alla corte delle big tech americane, Nvidia stringe accordi per alimentare un laboratorio d’avanguardia robotica AI che sorgerà ad Abu Dhabi. Attorno al clima infuocato del Medio Oriente si giocano partite importanti che incrociano interessi su vari piani e che coinvolgono l’opinione pubblica. Microsoft, ad esempio, pare ascoltare le proteste della società civile e vieta a Israele l’accesso a quelle tecnologie usate per spionaggio e sorveglianza della popolazione palestinese.

🏯

La volontà degli USA di ingraziarsi Paesi che potrebbero essere corteggiati dall’influenza cinese è evidente e sulla scacchiera le pedine americane muovono (guarda caso tutte negli stessi giorni) verso Oriente. OpenAI estende il suo abbonamento più economico a ChatGPT anche all’Indonesia, Meta rende Llama disponibile per gli “alleati” americani asiatici e Google lancia AI Plus (il suo piano più economico e democratico) in più di 40 paesi, tra cui (ancora) Indonesia, Nepal, Filippine e Vietnam. È evidente che esiste una forza che dall’alto mostra il sentiero alle big tech (e consiglia caldamente di seguirlo).

Lo provano anche le altre grandi operazioni di Nvidia: la compagnia acquista una quota di Intel per 5 miliardi di dollari su pressione dell’amministrazione USA e intanto firma una storica alleanza da 100 miliardi di dollari con OpenAI. Le aziende americane si confermano in una strana relazione collettiva, in parte in guerra commerciale l’una con l’altra, in parte in competizione tra blocchi e alleanze, in parte tutte ingaggiate da un governo americano aggressivo e spregiudicato. Così accade che mentre xAI denuncia nuovamente OpenAI (questa volta per furto di segreti industriali), entrambi mettono la loro tecnologia al servizio degli enti federali.

🪆

Gli intrecci tech-geopolitici hanno sempre più implicazioni, tanto che all’ONU il diplomatico russo Dmitry Polyanskiy denuncia il timore che l’AI crei dei “seri rischi” alla stabilità globale e alle relazioni internazionali. Abbastanza paradossale detto da un esponente dell’attuale Russia, che inoltre non brilla per sviluppi in ambito AI. Gli allarmi di Polyanskiy suonano come una furba strategia per suggerire agli avversari un rallentamento che possa favorire l’ascesa tecnologica russa.

Una prospettiva inquietante considerate analisi come quelle che due ricercatori sviluppano in un articolo del Washington Post in merito ai pericoli dell’AI al servizio della guerra batteriologica.

🤖

OpenAI resta il perno di contese e alleanze commerciali tra le grandi aziende tecnologiche americane.

Microsoft continua a scavare un solco che la allontana da Altman integrando anche l’AI di Anthropic in 365 Copilot. OpenAI non sembra curarsene e coltiva il rapporto con gli utenti proponendo la nuova interessante funzione Plus, che somiglia a un assistente personalizzato.

E sulla scia dell’accordo con OpenAI, Oracle è vicina ad un’alleanza analoga sul cloud con Meta, il cui CEO rilancia, come già altri prima di lui, il solito timore dello scoppio di una bolla finanziaria. Zuckerberg crede però indefessamente nella salvezza della propria azienda, sarà per l’immenso patrimonio di dati costruito in vent’anni di attività? Anzi, l’azienda lancia un nuovo affondo presentando un assistente AI per appuntamenti, una sorta di Tinder guidato dall’AI. Una nuova innovativa tecnica per profilare altri dati degli utenti.

🚀

Nonostante timori di bolla, perdura un filone che vede nell’AI la grande opportunità dell’economia mondiale. L’Organizzazione mondiale del commercio per esempio annuncia che la tecnologia generativa può aumentare il PIL mondiale del 13% entro il 2024. Indeed risponde illustrando i lavori che subiranno più trasformazioni grazie (o a causa) dell’AI.

💼

Il problema maggiore nell’adozione di massa dell’AI nel mondo del lavoro è ben identificato dal sondaggio realizzato da Google tra i programmatori. I creatori di software usano l’AI, ma per la maggior parte non si fidano dei suoi risultati. Per paura di errori ma anche di bias e standardizzazione.

Una perplessità ben documentata anche dall’interessante analisi del centro studi indipendente Pimlico Journal sull’uso dell’AI nella scrittura dei discorsi dei parlamentari britannici.

🛵

Qualcosa di analogo viene realizzato in Italia in ambito universitario, dove una ricerca attesta che circa il 10% degli studenti consegna elaborati interamente generati dall’AI.

E rimanendo in Italia, uno studio di Interface fotografa una realtà contraddittoria. Il Paese affascina (e forma) gli esperti di intelligenza artificiale di mezzo mondo, ma non riesce a trattenerli. Un fenomeno che gli autori del sondaggio hanno definito “Il Paradosso della Dolce Vita”.

Edoardo Frasso


Ultime news


Data center nello spazio? Secondo Jeff Bezos è possibile

L'idea promossa da Bezos sta prendendo piede in tutto il…

Google ha lanciato la piattaforma Gemini Enterprise per le aziende

L'applicazione permette ai dipendenti, fra le altre cose, di creare…

L’ex premier britannico Sunak assumerà ruoli di consulenza in Microsoft e Anthropic

Le attività di Sunak saranno fortemente attenzionate da un ente…

L’imperialismo digitale di Israele e altre storie generative | Weekly AI

Weekly AI è la rassegna settimanale di AI news sulle…

In Evidenza


Arriva l’Italian Prompt Battle: il primo torneo italiano di prompting si terrà a Milano

Gli ideatori, Lucia Cenetiempo e Massimiliano Di Blasi, ci raccontano…

Scale AI conferma l’investimento di Meta e l’uscita del CEO Alexandr Wang

La società Scale AI ha confermato l'investimento di Meta e…

I modelli generativi inquinano l’informazione? La nostra intervista a Luciano Floridi | AI Talks #13

La nostra intervista a Luciano Floridi, già professore di filosofia…

L’AI ha fatto divorziare la capacità di agire e l’intelligenza: la nuova umanità secondo Floridi

Luciano Floridi, a teatro, ha esplorato la natura umana, contrapposta,…

Privacy policy| Cookie policy| Cookie setting| © 2025

Exit mobile version