La startup New Computer ha annunciato la cessazione dell’attività con conseguente chiusura del chatbot Dot, suo prodotto di punta.
Fondato nel 2024 da Sam Whitmore e dall’ex designer Apple Jason Yuan, Dot si presentava come un’app “compagna”: il chatbot ascoltava sfoghi, offriva supporto emotivo e persino flirtava con gli utenti, puntando a diventare un nuovo tipo di compagno di vita.
Negli ultimi anni e mesi, però, casi tragici hanno acceso i riflettori sui rischi dei legami emotivi con intelligenze artificiali. Come noto, relazioni ossessive con chatbot hanno portato a suicidi, ricoveri psichiatrici e, in casi estremi, perfino a omicidi. Gli esperti chiedono misure di sicurezza più rigorose, ma la regolamentazione è ancora lontana. Aziende come OpenAI e Character.AI affrontano già cause legali legate alla salute mentale degli utenti, e altri procedimenti potrebbero seguire presto.
La chiusura di Dot, spiegano i fondatori, deriva da divergenze ideologiche tra i co-creatori.
Si diffondono sempre più i casi di psicosi da intelligenza artificiale
In cui i chatbot, soprattutto ChatGPT, rafforzano o instillano idee…
“Abbiamo creato Dot con amore e l’abbiamo visto crescere fino ad aiutare centinaia di migliaia di voi. Abbiamo trascorso l’ultimo anno esplorando come poter passare dall’intelligenza personale all’intelligenza sociale e, alla fine, siamo giunti alla consapevolezza condivisa che le nostre stelle polari come fondatori si erano separate. Piuttosto che compromettere una delle due visioni, abbiamo deciso di prendere strade separate e di chiudere le attività”.
Nonostante la decisione drastica, Whitmore e Yuan hanno voluto offrire agli utenti un periodo per dire addio al chatbot. Dot resterà online fino al 5 ottobre, dando tempo per salvare chat e registri digitali.
“Vogliamo essere consapevoli del fatto che questo significa che molti di voi perderanno l’accesso a un amico, a un confidente e a un compagno, una situazione senza precedenti nel mondo dei software, quindi vogliamo darvi un po’ di tempo per salutarlo. Dot rimarrà operativo fino al 5 ottobre e fino ad allora potrete scaricare tutti i vostri dati accedendo alla pagina delle impostazioni e toccando -Richiedi i tuoi dati-“.
Quello di Dot è un caso anomalo. Non è ancora capitato di frequente al mercato AI che le aziende mandino in pensione i compagni virtuali. L’operazione inoltre solleva solleva una questione mai considerata prima: che fine fanno tutti i dati degli utenti quando un chatbot muore? Ne è previsto un utilizzo futuro o scompariranno? Ѐ improbabile che l’asset principale di un’azienda tech venga semplicemente cestinato con la fine dell’azienda stessa. Domande che, ne siamo certi, riappariranno in futuro.