Tutti la chiamano già la ChatGPT italiana. iGenius, startup milanese attiva fin dal lontano 2016 nel settore all’epoca pionieristico dell’intelligenza artificiale si è unita al consorzio Cineca (118 enti pubblici, tra cui 70 università e due ministeri) per creare il primo modello linguistico AI tricolore.
Si appoggerà al supercomputer di Leonardo a Bologna, sarà disponibile entro l’estate e si chiamerà Modello Italia.
Il modello che ‘pensa’ in italiano
L’idea di iGenius, nata attorno alla visione del trentenne Uljan Sharka, è quella di creare un punto di riferimento che possa competere con il monopolio californiano.
A differenza di quelli importati, il modello ‘pensa’ direttamente in Italiano. Ѐ stato addestrato con diversi trilioni di token (parti di dati) nella nostra lingua. Si distaccherà così dalle caratteristiche culturali anglofone tipiche di Bard o di ChatGPT ed eviterà i bias cognitivi e i pregiudizi trasmessi nel passaggio linguistico dall’inglese all’italiano. Nelle intenzioni dei creatori sarà un modello molto più sicuro. Inoltre l’AI verrà rilasciata con licenza completamente open-source. Sarà caratterizzato, riporta una nota, “da un’attenzione particolare all’ecosistema delle imprese e della Pubblica Amministrazione, italiane ed europee“.
“Il Modello Italia – dice Francesco Ubertini, Presidente di Cineca – costituirà uno straordinario fattore abilitante per imprese e pubblica amministrazione nell’accelerare l’innovazione digitale“.
L’inizio della sfida italiana
La grande differenza con il mondo del tech della Silicon Valley è che il progetto italiano è sostenuto e patrocinato anche dal settore pubblico e sarà dunque orientato, presumibilmente, su un’impostazione meno commerciale rispetto a quella delle aziende tech straniere. Ma i competitor Italiani non mancano.
Probabilmente sono molti i malumori nel tech italiano in queste ore: iGenius (100 dipendenti, distaccamenti anche in Inghilterra e negli USA), è riuscita a battere sul tempo diverse società che puntavano allo stesso identico progetto da mesi. A dicembre Fastweb aveva acquistato un supercomputer Nvidia e aveva annunciato esattamente gli stessi intenti: un’intelligenza artificiale tutta italiana destinata non solo a utenti ma anche a pubblica amministrazione e settori pubblici.
Non solo l’accoppiata iGenius-Leonardo ha dato inizio alla partita, ma ha già sbaragliato la concorrenza.
Per il ‘nostro’ ChatGPT… il ‘nostro’ Sam Altman?
La storia di Sharka, fondatore di iGenius, è una di quelle destinate a lasciare il segno anche mediaticamente. Di origine albanese, l’imprenditore è giunto in Italia nel 2008, a 16 anni e senza famiglia, come clandestino. Inserito in una comunità per minorenni dopo un fermo dei carabinieri, ha studiato informatica e sviluppato una enorme passione per l’innovazione. Pur senza laurea, ha presto iniziato a lavorare come consulente per Apple. Negli anni ha ricevuto riconoscimenti a eventi di rilievo come il Web Summit e il TechCrunch Disrupt ed è stato citato dal Silicon Valley Business Journal.
Dopo la sua fondazione, la startup iGenius è stata selezionata dal programma per startup di successo Facebook Accelerate ed è stata presentata come caso studio da Google nell’ambito del programma Cloud Platform. La biografia di Sharka ricorda quelle tipiche dei guru americani dell’AI come Dario Amodei o Sam Altman.
Ed anzi, il creatore di Modello Italia ha già iniziato a stuzzicare il corrispettivo americano di OpenAI, dichiarando a Italian Tech guerra alle allucinazioni (gli ‘errori’ delle AI) e respingendo l’etichetta di ‘caratteristiche’ cara al creatore di ChatGPT. “Strategia di marketing – la bolla Sharka – Una risposta comoda, ma pericolosa. A loro fa gioco rispondere così ma io non sono d’accordo. Noi vogliamo che l’AI non menta“.
Non solo è nata l’AI italiana, ma forse è iniziata anche la sfida ideologica tra le varie AI del mondo.