Immagine tratta dal blog di Meta
Il nuovo approccio all’intelligenza artificiale di Meta potrebbe superare le limitazioni dei sistemi attuali. È quanto spera il Chief AI Scientist della casa madre di Facebook, Yann LeCun, la cui visione si è concretizzata in I-JEPA, un’architettura che mira a creare macchine in grado di apprendere ‘da sole’ (self-supervised learning).
Il tutto con l’ottimismo di chi non condivide l’opinione prevalente sui rischi esistenziali che potrebbero sorgere dai possibili sviluppi dell’AI.
I temi trattati all’interno dell’articolo
La visione di Yann LeCun e l’intelligenza artificiale di Meta
“Rispetto a come apprendono gli esseri umani, oppure gli animali, l’attuale machine learning fa schifo“. Con queste parole, Yann LeCun sottolinea chiaramente la lontananza percepibile tra l’intelligenza ‘biologica’ e quella artificiale.
Per questo motivo, l’anno scorso, l’esperto ha proposto una nuova architettura che mira a superare i limiti chiave presenti anche nei sistemi di intelligenza artificiale più avanzati di oggi. La sua visione è quella di creare macchine capaci di “apprendere modelli interni di come funziona il mondo in modo che possano imparare molto più rapidamente, pianificare come svolgere compiti complessi e adattarsi prontamente a situazioni non familiari”.
“Siamo entusiasti di presentare il primo modello di intelligenza artificiale basato su una componente chiave della visione di LeCun – Si legge sul blog ufficiale di Meta – Questo modello, l’Image Joint Embedding Predictive Architecture (I-JEPA), apprende creando un modello interno del mondo esterno, che confronta le rappresentazioni astratte delle immagini (piuttosto che confrontare i pixel stessi).
I-JEPA offre prestazioni elevate su più attività di visione artificiale ed è molto più efficiente dal punto di vista computazionale rispetto ad altri modelli di visione artificiale ampiamente utilizzati. Le rappresentazioni apprese da I-JEPA possono anche essere utilizzate per molte applicazioni diverse senza bisogno di un’estesa messa a punto”.
(Qui il paper completo.)
“Non dobbiamo temere l’AI”
Secondo LeCun, inoltre, chiedersi se i rischi dell’AI siano reali non porterà a nulla. Il focus dovrebbe essere invece sullo studio di modalità per ridurre eventuali pericoli e per aumentare i benefici dell’intelligenza artificiale.
Per farlo, il colosso di Mark Zuckerberg ha adottato un approccio in controtendenza rispetto agli altri player, rendendo la sua AI open-source. E anche il nuovo modello, I-JEPA, lo è già.
Ha dichiarato infatti LeCun:
“Il mondo dovrà scegliere tra una AI aperta e una AI a porte chiuse. Ma le persone devono capire che la migliore protezione da pericoli come l’hate speech e la disinformazione, oppure il tentativo di influenzare sui social le elezioni, è proprio l’AI. L’intelligenza artificiale è la soluzione, non il problema“.