Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’AI. Sanità, legal, trasporti, innovazione, moda, ambiente: ogni settimana, una raccolta delle novità che stanno cambiando il mondo.
I temi trattati all’interno dell’articolo
Il Far West dei dati AI
Con sempre più disinvoltura le aziende AI tentano di assorbire dati ‘razziandoli’ in tutto il web per usarli negli addestramenti dei propri modelli attraverso il processo automatizzato dello scraping.
E con sempre più forza organizzazioni grandi e meno grandi rispondono creando strumenti per evitare che questo avvenga, nell’attesa che arrivino regolamentazioni per un campo dell’AI del tutto fondamentale ma ancora somigliante a una specie di Far West.
Le reazioni allo scraping (una pratica che ancora oscilla tra la legalità e l’illegalità) sono varie. C’è chi scomoda la vecchia giurisprudenza (come il New York Times contro OpenAI) e chi semplicemente nasconde i propri dati attraverso tool schermanti progettati da aziende, team universitari e startup. Una sorta di movimento hacker per necessità, finalizzato esclusivamente alla difesa.
Apple fa sul serio: un miliardo all’anno per l’AI
Apple stanzierà un miliardo di dollari all’anno per implementare l’AI in tutti i suoi prodotti; lo ha riportato Bloomberg.
E a sorpresa, in vista della sera di Halloween, l’azienda ha annunciato per il prossimo 30 ottobre un evento in diretta streaming di nome Scary Fast. Le indiscrezioni dicono che dovrebbe essere dedicato ai nuovi Mac, ma non è detto che non sia compresa anche qualche ‘anticipazione generativa’.
Apple si è mantenuta per buona parte dell’ultimo anno in una posizione relativamente defilata sull’AI; più i competitor lanciavano prodotti sul mercato, più si mostrava refrattaria alla competizione. L’atteggiamento distaccato e attendista dell’azienda è di certo stata una strategia.
Apple sta probabilmente prendendo il tempo necessario per progettare al meglio un’integrazione rivoluzionaria dei tool AI all’interno dei propri device. Qualcosa che, sostengono gli analisti, sarà in grado di sbalordire gli utenti.
L’intelligenza artificiale migliora l’accuratezza di Wikipedia?
L’intelligenza artificiale potrebbe dare una mano a “ripulire” Wikipedia, l’enciclopedia online scritta dagli utenti.
Un nuovo sistema, SIDE, è infatti in grado di individuare fonti inaffidabili o imprecise presenti nelle pagine di Wikipedia e poi cercare sul web alternative migliori. “I nostri risultati indicano che un sistema basato sull’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzato, insieme agli esseri umani, per migliorare la verificabilità di Wikipedia“, si legge nel paper.
I ricercatori hanno mostrato i risultati di SIDE a un gruppo di utenti dell’enciclopedia online. Di questi, il 21% ha preferito le citazioni trovate dall’AI. Per uno su dieci, quelle già presenti erano invece migliori e il 39% non ha espresso preferenze.
Le major musicali USA contro Anthropic
Anthropic è stata accusata di violazione del copyright da Universal Music, Abkco e Concord Music Publishing. Le tre major musicali americane hanno presentato, nello Stato del Tennessee, una causa ufficiale contro la startup dei fratelli Amodei, sostenendo che il gruppo abbia utilizzato senza permesso “innumerevoli” testi di canzoni protette da copyright per addestrare il suo chatbot Claude.
“Anthropic non paga nulla agli editori, ai loro autori o altri titolari di diritto d’autore – dichiarano i rappresentanti delle case discografiche – e non ha mai nemmeno tentato di ottenere in licenza l’uso i testi degli editori“.
L’azione legale affianca quelle già depositate durante le ultime settimane da scrittori e autori americani nei confronti di altre grandi aziende come Meta e OpenAI.
L’appello degli scienziati alle big tech: stanziate budget per l’uso etico dell’AI
Ventiquattro scienziati provenienti da alcune delle più prestigiose Università del mondo hanno redatto un paper sui rischi dell’intelligenza artificiale, proponendo soluzioni molto concrete per problemi precisi.
L’articolo, dal titolo Managing AI Risks in an Era of Rapid Progress, è autorevole più di tante altre indagini con intento simile. Le personalità che lo hanno firmato vantano curriculum di grande importanza, su tutti spiccano i nomi di Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio, già vincitori del Turing Award nel 2018.
“Esprimiamo un consenso nel descrivere i rischi su larga scala dei prossimi potenti sistemi di AI – riporta il paper – Essi chiedono una serie di misure di governance e un importante cambiamento nella ricerca e sviluppo dell’AI verso la sicurezza e le pratiche etiche prima che questi sistemi siano sviluppati”. Lo scritto contiene proposte ai governi e alle principali aziende oggi sul mercato. Su tutte spicca la richiesta a company e finanziatori di dedicare almeno un terzo del loro budget di ricerca e sviluppo alla sicurezza e all’uso etico dell’AI.
Ds Automobiles integrerà ChatGPT nei suoi veicoli
Il marchio automobilistico francese Ds Automobiles, parte del gruppo Stellantis, ha annunciato che integrerà all’interno dei suoi prossimi veicoli la tecnologia generativa di OpenAI. Andrà a potenziale il consueto riconoscimento vocale in tutti i modelli DS Automobiles dotati di DS IRIS SYSTEM. Per azionarlo sarà sufficiente pronunciare l’espressione “OK IRIS” o premere l’apposito pulsante sul volante. È la prima volta che un’azienda automobilistica integra la tecnologia generativa all’interno dei prodotti.
L’intenzione del marchio è di rendere l’AI un compagno di viaggio rivoluzionando l’esperienza di guida.
Amato agli algoritmi, la nomina divisiva
Giuliano Amato presiederà il “Comitato algoritmi“, un gruppo di lavoro di esperti giuristi e professori universitari istituito da governo Meloni che avrà il compito di studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore dell’informazione e dell’editoria.
La notizia ha spaccato l’opinione pubblica e in molti hanno dichiarato di considerare la nomina inadatta per l’85enne politico e giurista; non sono mancati paragoni con il suo equivalente inglese, l’imprenditore digitale 38enne Ian Hogarth, nominato a giugno. Tuttavia c’è chi sottolinea che la scelta di Amato, per diversi anni alla presidenza della Corte Costituzionale, sia più che compatibile con le esigenze dei tempi attuali; il settore della tecnologia generativa necessita proprio di una guida per costruire una base normativa che vada nella direzione di garantire la salvaguardia della democrazia.
Google contro i deepfake
Google includerà nel suo motore di ricerca una funzione che permetterà agli utenti di scovare i deepfake accedendo direttamente ai metadati e alle informazioni nascoste delle immagini. Attraverso questo metodo gli utenti potranno risalire a elementi in grado di indicare se l’intelligenza artificiale possa avere contribuito alla creazione dell’immagine in questione.
“La nuova funzione si chiama ‘Informazioni su questa immagine’ – spiega Google dai suoi canali ufficiali – Offre alle persone un modo semplice per verificare la credibilità e il contesto delle immagini che vedono online“. Oltre ai metadati si potrà visualizzare la cronologia delle immagini e come gli altri siti le hanno già utilizzate fino a quel momento.