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L’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione

L’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione

Molti sono i vantaggi dell’applicazione dell’AI nell’ambito della pubblica amministrazione, da un lavoro svolto in modo più efficiente all’ottimizzazione dei servizi.

L’intelligenza artificiale viene sempre più utilizzata in diversi ambiti della nostra quotidianità. Le sue applicazioni sono numerose, nelle nostre case così come sul posto di lavoro, e anche la pubblica amministrazione sta sfruttando sempre più efficacemente i sistemi di AI.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico rende più facile il lavoro dei pubblici dipendenti, ma serve anche a migliorare i servizi offerti, al fine di renderli ancora più accessibili ai cittadini.

Gli strumenti che ottimizzano il lavoro e i servizi

Diversi programmi e modelli di machine learning stanno già migliorando il lavoro nel settore privato. Questi includono sistemi di intelligent data processing basati sulla computer vision, in grado di elaborare immagini e testi ed estrarre informazioni da questi, al fine di renderle fruibili e facilmente ricercabili e gestibili. Altri software con abilità di natural language processing e machine listening fungono invece da assistenti virtuali, sostenendo i lavoratori in compiti ripetitivi e meccanici, come nella scrittura di e-mail o nell’analisi di contenuti testuali, soprattutto quando molto estesi.  

Strumenti simili sono oggi approdati anche nel settore pubblico, ambito di lavoro che ha notoriamente a che fare con un’enorme mole di dati e che trae dunque giovamento da un’integrazione sempre più avanzata della tecnologia intelligente.

La lentezza della macchina amministrativa, lamentata da molti cittadini, viene solitamente affrontata cercando di ottimizzare le procedure burocratiche all’interno degli uffici, sia attraverso l’attribuzione di nuove mansioni che con la razionalizzazione del lavoro, in modo da distribuire i compiti nel modo più efficiente possibile. Noi esseri umani, però, abbiamo naturalmente dei limiti fisici che rendono contenuta la nostra velocità di calcolo, lettura e analisi. È qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale. Le macchine, se ben addestrate, possono svolgere diversi compiti più o meno complessi tipicamente eseguiti dagli esseri umani, ma a una velocità e con una precisione molto più elevate.

Ulteriori limiti dei lavoratori umani sono ovviamente quelli temporale ed economico. La giornata lavorativa dura un certo numero di ore e i fondi necessari a retribuire i lavoratori pubblici richiesti affinché tutti i compiti vengano svolti sono onerosi per la pubblica amministrazione. Un chatbot, invece, è disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette, risponde immediatamente alle richieste degli utenti e potrebbe permettere di concludere procedure burocratiche in autonomia, in qualunque momento della giornata.

Esempi a livello locale di sinergia uomo-AI

L’intelligenza artificiale viene utilizzata tanto a livello centrale quanto a livello locale. È proprio in quest’ultimo caso che la tecnologia può essere sviluppata e testata senza che ciò provochi – in caso di malfunzionamento – disservizi diffusi su tutto il territorio nazionale. Gli enti locali fanno infatti uso di sistemi di AI per diverse funzioni, come monitorare il traffico urbano o recuperare informazioni dalle targhe dei veicoli.

Un esempio virtuoso di AI applicata a livello locale si nota a Siena. Il Comune è stato infatti il primo ad adottare, nel 2019, Caterina, un software di intelligenza artificiale in grado di interagire con l’utente attraverso contenuti testuali e audio, prendendo ‘vita’ sotto forma di avatar. Un servizio che garantisce una risposta celere alle domande e alle richieste dei cittadini. L’esempio di Siena ha dimostrato come l’AI possa sostenere gli uffici comunali condividendo il loro carico di lavoro ed è stato poi seguito da numerosi altri comuni italiani, che, come la città toscana, hanno come obiettivo l’efficientamento del loro sistema.

Mentre in altri paesi – come la Cina – l’AI è ormai la normalità, nella nostra penisola rappresenta ancora una novità. Nonostante le innovazioni presentate e applicate negli ultimi anni, dunque, c’è ancora molta strada da fare affinché i vantaggi dell’intelligenza artificiale possano essere sfruttati completamente anche nel settore pubblico.

La digitalizzazione in Italia

L’Europa sta spingendo da anni gli stati membri a investire nello sviluppo dell’AI e nella digitalizzazione delle rispettive pubbliche amministrazioni. Anche a livello nazionale, però, sono state adottate leggi – alcune ormai risalenti, come la 241 del 1990 – orientate a incentivare l’uso della tecnologia da parte degli enti amministrativi.

Nell’articolo 3-bis dell’atto normativo si legge infatti:

“Per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbliche incentivano l’uso della telematica, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati”.

Successivamente, con il CAD (Codice amministrazione digitale) e l’istituzione della PDND (Piattaforma digitale nazionale dati), si sono fatti ulteriori passi avanti nella digitalizzazione del settore pubblico. Ma è con il sistema AIPA (Atos intelligent process automation) che le amministrazioni hanno realmente modificato grandi aspetti dei loro processi, rendendoli più efficienti, automatici e precisi.

Recentemente, poi, il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ha dimostrato l’intenzione di digitalizzare ulteriormente il nostro paese attraverso riforme legislative e importanti investimenti, che serviranno anche alla formazione del personale pubblico, l’unico modo che permetterà davvero di integrare l’intelligenza artificiale in molte più aree del loro lavoro. Al fine di sfruttare al meglio i finanziamenti previsti, inoltre, è stato elaborato lo Strategic program on artificial intelligence 2022-2024, il quale definisce tre macro-aree di intervento: ricerca, competenza ed economia.

I vantaggi dell’AI nel settore pubblico

L’intelligenza artificiale offre quindi svariate potenzialità in termini di efficienza, di ottimizzazione dei costi e di ampliamento dei servizi offerti al cittadino. Con l’ausilio della tecnologia, infatti, i procedimenti amministrativi possono essere svolti molto più speditamente e – spesso – senza il coinvolgimento di personale umano.

L’AI sul posto di lavoro – pubblico o privato che sia – offre l’opportunità di risparmiare ore e ore di lavoro solitamente occupate per lo svolgimento di compiti meccanici, che ora possono essere eseguiti automaticamente da un sistema intelligente. Il tempo risparmiato può così essere utilizzato dal personale per la risoluzione di problemi più complessi o per rapportarsi più umanamente con gli utenti dei servizi.

ai nel settore pubblico
Risparmio in termini di tempo ed economici (Immagine tratta da research.aimultiple.com; fonte: Deloitte Analysis)

I servizi che l’AI offre nell’ambito della pubblica amministrazione non si limitano però alle sole funzioni tipicamente d’ufficio, ma riguardano anche molti altri ambiti, come la sicurezza, la sorveglianza, le pubbliche relazioni e la gestione di emergenze pubbliche.

I problemi nascenti da una pubblica amministrazione 2.0

L’automazione digitale pone delle sfide. Da una parte, i vantaggi sono più che evidenti, ma a questi corrispondono conseguenti esigenze di tutela dei diritti.

In primis, un elemento di indubbia rilevanza è la tutela della privacy, in quanto i cittadini, per potere usufruire al massimo delle funzionalità offerte dalla tecnologia, si trovano a dover fornire talvolta anche i loro dati sensibili. Di pari passo va la garanzia di trasparenza che queste tecnologie devono assicurare.

Ma non solo. Un altro importante aspetto da tenere in considerazione è quello della responsabilità. Qualora un sistema di AI commettesse un errore, di chi sarebbe la colpa? Degli sviluppatori? Di un supervisore umano? Diversi Governi in giro per il mondo stanno introducendo leggi in materia, al fine di regolare un campo ancora poco definito.

Inoltre, a parte i frequenti dubbi in tema di sostituzione dei lavoratori da parte delle macchine e di disoccupazione, si pone il problema dei bias. Gli algoritmi di intelligenza artificiale, infatti, potrebbero risultare viziati a causa di una fase di apprendimento non sufficientemente curata e attuare discriminazioni involontarie, un risultato socialmente inaccettabile, soprattutto nel settore pubblico.

Le possibili soluzioni

L’AI verrà sempre più integrata anche all’interno della pubblica amministrazione, quindi risolvere i problemi sopra esposti risulta fondamentale.

Al fine di ottimizzare l’applicazione dell’AI nel campo, è necessario, prima di tutto, migliorare l’infrastruttura tecnologica, passo grazie al quale diverrà più immediata la sua integrazione. Inoltre, un’attenzione particolare si deve porre sulla fase della raccolta dei dati, per garantire che questi siano corretti, precisi e completi e che gli output dei sistemi siano privi di bias. Per supervisionare il processo, è consigliabile quindi coinvolgere numerosi esperti del settore, che potranno sostenere i governi nell’adozione di sistemi adatti alle singole esigenze.


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