Uno studio dell’Università di Oxford ha permesso la creazione di un’intelligenza artificiale in grado di prevedere con precisione il rischio di infarti fino a 10 anni nel futuro. Il team a capo della ricerca, finanziata dalla British Heart Foundation, ha addestrato l’AI con i dati di oltre 40.000 pazienti sottoposti a tomografie computerizzate cardiache di routine presso otto ospedali del Regno Unito, sintetizzando dei modelli probabilistici.
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Comparare dati per salvare vite
La previsione ha rivelato un’accuratezza del 90%, un risultato straordinariamente più preciso di quanto fosse possibile attraverso i metodi tradizionali.
Nello specifico, lo strumento funziona analizzando l’andamento nel corso del tempo dei restringimenti delle arterie, individuando i più importanti e incrociando i dati medi dei campioni analizzati per formulare ipotesi. L’inizio dello studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, risale a ben prima del boom collettivo dell’AI generativa; il tool di intelligenza artificiale ha analizzato il percorso di 3.393 pazienti per quasi otto anni. I punteggi del rischio calcolato sono stati successivamente presentati ai medici curanti di 744 tra loro (categorizzati come i più a rischio); per il 45% di questi ultimi l’analisi ha portato alla modifica dei piani di trattamento.
Senza la previsione algoritmica, le criticità di questi pazienti sarebbero state facilmente trascurate. Tra i partecipanti allo studio, coloro i cui risultati hanno mostrato un restringimento “significativo” delle arterie si sono rivelati più propensi a subire un infarto grave, ma i dati hanno evidenziato rischi perduranti anche anche per il doppio degli altri partecipanti.
Una svolta per il settore sanitario
Questo modello potrebbe avere un impatto significativo sulla salute pubblica. Ogni anno nel solo Regno Unito muoiono circa 120.000 persone per infarto e circa il 20% dei decessi nel mondo è causato dall’attacco cardiaco da aritmia. Non molto si sa su questo male. Applicare su larga scala un’AI per identificare i pazienti a rischio e prevenire migliaia di queste morti sarebbe un enorme beneficio anche per i sistemi sanitari.
“Questa ricerca è una svolta significativa“, ha affermato il professor Charalambos Antoniades, presidente di medicina cardiovascolare presso la BHF e direttore del centro di Imaging e Intervento Multidisciplinare di Oxford. “L’AI ha il potenziale per salvare migliaia di vite, migliorando il modo in cui identifichiamo e trattiamo i pazienti a rischio di infarto. Speriamo che questo strumento di intelligenza artificiale possa essere presto implementato in tutto il NHS, contribuendo a prevenire migliaia di morti evitabili per infarto ogni anno nel Regno Unito“.
La nuova frontiera della medicina
Attualmente esistono diversi altri studi AI dedicati alla previsione e al calcolo di rischio di malattie come il cancro e il diabete. Già durante il 2022 uno studio della Johns Hopkins University aveva sfruttato l’AI per cercare di prevedere gli arresti cardiaci.
In quel caso il team aveva creato reti neurali in grado di costruire una valutazione personalizzata della sopravvivenza per ogni paziente affetto da malattie cardiache. Il modello era costruito su un algoritmo dedicato a rilevare relazioni non visibili. Nulla però che potesse formulare una stima di previsione in grado di coprire fino a dieci anni.
La svolta successiva di questo nuovo studio è quella di mettere gli strumenti a disposizione dei medici per personalizzare i piani di trattamento.
Con le sue immense possibilità di comparare dati ed elaborare connessioni probabilistiche, l’intelligenza artificiale porterà innovazioni strabilianti nel settore medico. Anche le big tech stanno assumendo ruoli di primo piano in tal senso. Solo pochi mesi fa Google DeepMind ha lanciato un tool di nome Alpha Missense in grado di prevedere le probabilità di malattie genetiche analizzando il DNA. Il team ha ricavato un database gratuito online con tutte le predizioni.