Il massimo esperto tecnologico delle Nazioni Unite, Amandeep Gill, ha dichiarato di temere che gli interessi aziendali attorno all’intelligenza artificiale possano sovrastare i diritti umani, esacerbando le divisioni sociali.
Soddisfare le imprese…a scapito delle persone
La posizione del funzionario è stata esposta durante un’intervista in vista della conferenza globale di tre giorni sull’intelligenza artificiale di Montreal dal titolo “Proteggere i diritti umani nell’era dell’intelligenza artificiale“. L’evento inizierà mercoledì 14 febbraio presso l’istituto Mila AI.
Secondo Gill, i paesi del mondo potrebbero sentire la necessità di soddisfare le pressioni delle imprese per un maggiore margine di profitti, piuttosto che frenare gli eccessi del settore che rischiano di mettere in pericolo la tenuta sociale. “Sono abbastanza preoccupato, francamente – ha detto – c’è una maggiore concentrazione di ricchezza e potere tecnologico in poche aziende, questo ha implicazioni per l’equità sociale, per il nostro contratto sociale”.
Dai bias alla contraffazione degli esseri umani
Gill ha inoltre sottolineato che gli oligopoli dell’intelligenza artificiale o la concentrazione in una manciata di paesi andrebbero a svantaggio delle imprese più piccole e dei paesi in via di sviluppo. Gill si è detto preoccupato anche in merito ai rischi sulla privacy e sui bias e pregiudizi amplificati dagli algoritmi. “La stragrande maggioranza delle culture, delle lingue e dei contesti del mondo non si riflettono adeguatamente in questi set di dati”.
Nella stessa occasione anche altri ricercatori e leader politici hanno evidenziato preoccupazioni su temi svariati come set di dati distorti, ampliamento della disuguaglianza globale, minacce esistenziali legate agli attacchi informatici di vasta portata e nuove armi biologiche. Il pioniere dell’intelligenza artificiale Yoshua Bengio, fondatore dell’istituto Mila, ha lanciato l’allarme sul pericolo della “contraffazione di esseri umani”.