Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’intelligenza artificiale
Finalmente sappiamo chi è il “paziente zero” di Neuralink. Si tratta del ventinovenne Noland Arbaugh, rimasto tetraplegico dal collo in giù otto anni fa per un incidente in acqua. L’azienda lo ha presentato durante una diretta su X per mostrare al mondo i suoi sviluppi dopo l’impianto del chip nel cervello. Arbaugh è in grado di spostare un cursore sullo schermo (nel video lo usa per giocare a scacchi) solo con il pensiero. Il rapporto di Neuralink con la comunità scientifica però rimane opaco: la quasi totalità delle informazioni relative agli esperimenti dell’azienda resta sconosciuta.
La settimana è iniziata sulla scia della recente approvazione dell’AI Act. L’intelligenza artificiale è stata tra i temi principali del G7 italiano. I giorni di confronti hanno condotto alla diffusione di un documento (dal contenuto piuttosto generico) di nome Dichiarazione di Trento, una specie di imitazione della Dichiarazione di Bletchley di novembre scorso. Sull’onda dell’entusiasmo il ministro Butti conferma l’arrivo immediato delle norme italiane sull’AI promosse da Meloni e anche dal Giappone si annunciano norme penali. Speriamo solo che nessuno sbagli a trascrivere passaggi tra le bozze e l’approvazione, come si è scoperto essere avvenuto con l’AI Act. A causa di una modifica nella formulazione tra la versione di fine dicembre e quella approvata la scorsa settimana, non si capisce se i modelli open-source debbano sottostare o meno alle norme.
Fanno comunque bene i Paesi a impostare codici perché continuano a nascere applicazioni AI per le attività più svariate e utili. Tra le più interessanti si segnalano un’AI predittiva del traffico e una in grado di “guidare” i non-vedenti. Lo scenario non può che spingere i colossi dell’economia a cavalcare il cambiamento, lo dimostra l’assunzione di un esperto AI anche nella banca d’affari new yorkese Morgan Stanley.
Intanto si riassettano diversi equilibri tra le big tech. Mustafà Suleyman, fondatore di DeepMind e già separato da tempo dal lab assorbito da Google, viene a sorpresa assunto da Microsoft. Apple tratta con Big G per mettere Gemini negli iPhone (ammettendo implicitamente di non avere un modello paragonabile) ma la soddisfazione di Google viene interrotta dalla multa di 250 milioni inflitta dall’antitrust francese per uso non autorizzato dei dati, anche per addestrare le AI. È la prima volta nella storia che succede. Va ben meglio a Intel, che si gode l’investimento di quasi 20 miliardi sui suoi chip annunciato da Biden.
Si registra invece un po’ di confusione in casa OpenAI: Mira Murati, intervistata dal Wall Street Journal, ammette clamorosamente di non avere idea o quasi della provenienza dei dati per addestrare Sora e intanto si registrano spam e software illegali nel GPT store dell’azienda. Forse Sam Altman non si cura nemmeno molto di questi incidenti di percorso: troppo impegnato a preparare il lancio di GPT-5, che potrebbe avvenire già in estate.
Chi se la passa meglio di tutti è (come sempre) NVIDIA. Quasi in risposta agli sviluppi di Figure della scorsa settimana, anche l’azienda regina di microprocessori rivela i suoi progetti robotici presentando un modello generale per umanoidi. Jen-Hsun Huang crea chip, li vende al mondo e ai competitor, fa i prezzi del mercato dell’intelligenza artificiale e ora inizia a produrre robot all’alba dell’era dei robot. Anche per lui, una partita a scacchi davvero ben giocata.