Sotto istruzioni di un team cinese, un’intelligenza artificiale ha progettato un chip CPU in sole cinque ore.
Le macchine possono progettare come esseri umani? Una domanda dalla risposta ben altro che semplice, forse la questione principale per comprendere i trend nell’uso futuro dell’intelligenza artificiale.
Impressionante in tal senso il progetto svolto da un team di ricercatori provenienti da diverse università e aziende cinesi (tra cui l’Università dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino e la Cambricon Technologies Corporation Limited).
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Spingendo i limiti dell’AI
I ricercatori avevano un obiettivo ambizioso: insegnare ad una AI a progettare un processore, ossia uno dei dispositivi più complessi mai realizzati dall’umanità. Un accurato studio sull’esperimento, di 28 pagine, è stato pubblicato a fine giugno su canali specializzati. La relazione accademica ha un titolo che ne riassume tutte le intenzioni: “Spingendo i limiti della progettazione delle macchine”.
L’esperimento ha messo l’AI alla progettazione di una CPU (Central Processing Unit). Le più elaborate costano migliaia di dollari, sono al centro di accordi milionari tra le aziende tech di tutto il mondo e normalmente ci vogliono fino a diversi anni per svilupparle.
L’algoritmo è stato in grado di progettarne una in meno di cinque ore. Un risultato di sicuro senza precedenti, tuttavia occorre specificare alcuni dettagli.
Il modello di chip progettato dall’intelligenza artificiale è stato sottoposto al processo di progettazione fisica con script a tecnologia 65nm per una frequenza di 300 MHz. Pressapoco assimilabile a un Intel 80486SX, un vecchio processore risalente agli anni ottanta. Il training di cinque ore ha comunque permesso di raggiungere un’accuratezza superiore al 99.99% per i test di convalida.
Insomma forse non risulterà il chip più performante al mondo ma l’oggetto è perfettamente in grado di far girare con successo il sistema operativo Linux e in generale di permettere prestazioni paragonabili a una CPU progettata da un essere umano.
Mille volte più veloce
I ricercatori si spingono a predire che il loro studio potrebbe riformare l’industria dei semiconduttori riducendo significativamente il ciclo di progettazione.
Per capire la portata innovativa dell’approccio bisogna comprendere le performance delle AI in termini di quantità. L’AI è applicata solitamente per la progettazione di elementi relativamente piccoli come proteine, farmaci o formulazioni simboliche come programmi informatici.
La CPU in questione invece ha richiesto l’esplorazione di uno spazio di ricerca di dimensioni senza precedenti, la combinazione di oltre quattro milioni di porte logiche.
“Secondo le nostre conoscenze – scrivono – è l’oggetto più grande che possa essere progettato dalle macchine al momento”.
Insomma, secondo il team di ricerca potrebbe essere l’inizio di una specie di rivoluzione copernicana nella progettazione dei chip. Solo sensazionalismo? Sarà il tempo a dirlo.