Diverse stazioni di polizia inglesi stanno sperimentando l’uso di telecamere dotate di sofisticate capacità di riconoscimento facciale per individuare potenziali autori di reati. La tecnologia è adottata da diverse settimana dalla polizia di Scotland Yard a Londra e da quella del Galles; ha già portato all’identificazione e all’incarcerazione di decine di persone. Le forze dell’ordine mirano a intercettare principalmente individui coinvolti in crimini cosiddetti “prioritari”, come aggressioni sessuali, rapine e il traffico illecito di sostanze. In alcune zone strategiche di Londra, come stazioni ferroviarie e metropolitane, le telecamere hanno contribuito in verità anche all’individuazione di persone sospettate di vari altri delitti, tra cui tentativi di omicidio, violenze domestiche e frodi finanziarie.
Nonostante l’indubbia utilità della tecnologia, lo scenario solleva ovviamente dubbi riguardo ai limiti e all’ambito di applicazione dell’intelligenza artificiale in contesti così delicati.
Emergono già preoccupazioni relative alle imprecisioni e ai rischi di stravolgimento dei diritti individuali. Le telecamere AI funzionano attraverso una comparazione automatica in banche date dei volti dei cittadini, una metodologia che lascia più di un dubbio sulla tutela della privacy.
Chris Philp, il sottosegretario agli Interni con responsabilità in materia di sicurezza, ha suggerito che, in assenza di ostacoli significativi durante la fase di test, l’adozione del riconoscimento facciale potrebbe estendersi su larga scala in Inghilterra e Galles entro il 2024.