L’appello delle associazioni creative al governo
Mentre a Bruxelles si discute l’approvazione dell’AI Act, 34 associazioni e numerose migliaia di autori italiani uniscono le forze per lanciare un appello al governo. Gli enti, provenienti da cinema, editoria, musica e altri settori culturali, mettono in luce i rischi legati all’utilizzo dell’AI, sottolineando la necessità di una regolamentazione equilibrata.
Sebbene riconoscano il potenziale positivo dell’AI nel migliorare la vita e la creatività, le associazioni esprimono preoccupazione per il lato oscuro della tecnologia, in particolare evidenziando che l’AI generativa, addestrata su vasti dataset di contenuti protetti da copyright, può minacciare il lavoro originale degli autori, artisti e imprese culturali, introducendo rischi economici e etici significativi.
Regolamentazione urgente
Le associazioni chiedono una regolamentazione che garantisca i diritti fondamentali degli autori e favorisca la trasparenza nell’addestramento degli algoritmi. Sottolineano il pericolo che l’AI possa ingannare il pubblico e insistono affinché l’AI Act ponga la massima attenzione sulla trasparenza delle fonti.
Rivolgendosi al governo italiano, le associazioni escludono soluzioni basate sull’autoregolamentazione e chiedono un impegno forte per una regolamentazione che, pur promuovendo lo sviluppo dell’AI, tuteli la creatività umana e i contenuti culturali del paese.
I sottosegretari dalla parte dei creativi
La protesta è sostenuta dai due sottosegretari al ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi. Borgonzoni sottolinea l’impegno nel difendere il diritto d’autore, riconoscendo sia le potenzialità che i rischi dell’AI. Mazzi, a sua volta, afferma che norme chiare ed efficaci sono essenziali, con il governo italiano attivamente coinvolto nella definizione del regolamento europeo sull’AI.