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Grok, l’AI di Musk tra promesse e contraddizioni

Grok, l’AI di Musk tra promesse e contraddizioni

A sorpresa, eccetto che una breve anticipazione risalente alla scorsa settimana, Elon Musk ha annunciato la nascita di Grok, un nuovo chatbot AI sviluppato da xAI progettato per dimostrarsi affabile e confidenziale. Musk l’ha annunciato su X/Twitter, da lui acquistato circa un anno fa.

Il servizio AI sarà inizialmente disponibile solo per gli utenti americani con abbonamento Premium+ della piattaforma social, lanciato la scorsa settimana. L’AI, il cui nome deriva da Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams, avrà un’inedita particolarità: la tendenza al sarcasmo e all’ironia (su modello del creatore).

Un’AI caustica

In un post sul suo profilo Twitter, il noto imprenditore spiega che Grok avrà “un enorme vantaggio rispetto ad altri modelli”, sottolineando che il chatbot è “progettato per dare risposte divertenti.

In un esempio pubblicato in formato screenshot, un utente chiede al chatbot i passaggi per produrre cocaina. Grok risponde ironicamente suggerendo di conseguire prima una laurea in chimica e poi una licenza DEA (drug enforcement administration americana), per poi chiudere con: “Sto scherzando! Non provare a produrre cocaina. È illegale, pericoloso e non lo incoraggerei mai”.

Questo inusuale profilo ‘funny’ un po’ sembra tradire l’intento di proporre dei modelli rivoluzionari per sondare i misteri dell’universo proclamato da Musk negli ultimi mesi.

Rivoluzionario o innocuo?

L’imprenditore ha in più occasioni ribadito il suo fastidio per le impostazioni ‘pilotate’ tendenti a suo avviso al politicamente corretto delle AI dei suoi competitor come ChatGPT e Bard. Anzi, la sua linea è sempre stata quella di arrivare a proporre un’intelligenza artificiale non limitata dai confini etici imposti dai creatori, completamente lasciata in grado di porsi in libertà con gli esseri umani. Secondo la sua convinzione questo porterebbe sulla lunga distanza le AI nella direzione di interagire con l’umanità nel modo migliore, più armonico e funzionale possibile. Pur conscio dell’esistenza di una percentuale di rischio, secondo Musk la nostra specie sarebbe un unicum dell’universo decisamente troppo interessante perché un’intelligenza artificiale massimamente curiosa senza limiti possa minacciarla. L’idea di AI di Musk guarda ad un futuro guidato dal concetto della singolarità, ossia una visione in cui un’unica grande intelligenza digitale superiore agli umani conviva con loro in un sistema virtuoso.

Ben poco di questa impalcatura teorica, però, sembra entrata in Grok, che altro non sarebbe che un’AI di potenza paragonabile a GPT-3.5 che avrebbe semplicemente un modo di porsi con gli utenti un po’ più scorretto della media. L’impostazione caustica delle risposte testimonia una struttura molto più ‘pilotata’ e mancante di oggettività rispetto a quanto annunciato in passato. Sembra insomma un tool troppo innocuo e pop per promettere quella rivoluzione tanto sbandierata da Musk.

I dati di Grok

Le caratteristiche più interessanti del chatbot sono quelle legate ai suoi dati. Stando alle informazioni, pare che il chatbot sia stato addestrato in un periodo lampo di due mesi attraverso la mole di dati presenti in Twitter. Musk ha definito in passato la presenza di dati nel social utili per addestrare AI “un beneficio collaterale realizzato solo dopo l’acquisto“.

Grok possiede almeno una capacità di grande rilevanza, può accedere alle informazioni presenti su Twitter/X in tempo reale. Qualcuno ha già fatto notare che questo fatto, unito ad una irriverenza di default, non lascia ben sperare rispetto alla capacità di accuratezza e verificabilità delle informazioni che Grok sarà in grado di fornire agli utenti. Altro che le “conversazione con l’AI per capire l’universo“, come recita lo slogan della casa madre xAI.

La scelta di abbinare l’AI esclusivamente al pacchetto premium di Twitter testimonia che Grok è più un tool commerciale per rilanciare il social piuttosto che il chatbot definitivo di xAI che tutti aspettavano.

Il braccio di ferro con l’ex socio

Va poi considerato che nella serata tra il 6 e il 7 novembre il CEO di OpenAI Sam Altman, competitor principale ed ex collaboratore di Elon Musk, ha presentato alcune nuove funzioni di ChatGPT, queste sì rivoluzionarie (soprattutto l’introduzione delle AI personalizzabili in completa autonomia per privati e aziende).

Il lancio di Musk della sua nuova AI proprio il giorno precedente all’annuncio di Sam Altman somiglia più che altro ad una mossa per precedere il concorrente (di cui evidentemente Musk conosceva le imminenti novità) e catalizzare su di sé l’attenzione mediatica.

Durante le prossime settimane, con le prime analisi del modello, si saprà di più sulle sue effettive capacità.


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