Pochi giorni fa, durante la conferenza annuale dedicata agli sviluppatori (il keynote Google I/O), Google ha presentato gli ultimi prodotti e software per gli utenti. La conferenza, presentata da Sundar Pichai e arricchita da un gran numero di nomi di punta dell’azienda (tra cui Demis Hassabis, Doug Eck e Liz Reid) è stata ovviamente quasi del tutto incentrata sulle funzioni di intelligenza artificiale. Tra le innovazioni proposte, una in particolare potrebbe sancire un prima e un dopo.
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La ricerca del futuro
Big G infatti ha annunciato una rivoluzione totale nel funzionamento delle sue ricerche online. La funzione search sarà un tutt’uno con le funzioni AI di Gemini. Gli utenti, una volta formulate le richieste nella barra della ricerca, non avranno più la stretta necessità di cercare attivamente siti da consultare per trovare le informazioni. Lo farà direttamente Google per loro, facendo “emergere” le risposte a partire dalle fonti consultate online dall’AI. La funzione sarà disponibile prima in USA e poi gradualmente nel resto del mondo.
Google, più che una piattaforma, si trasformerà così in un assistente coordinato da Gemini. Potrà formulare itinerari, consigliare luoghi, elaborare progetti e organizzazioni. Potrà anche rispondere a quesiti posti attraverso l’uso diretto delle camere degli utenti. Il video di presentazione mostra un ragazzo intento a inquadrare la propria macchina fotografica inceppata chiedendo consigli sul risolvimento del problema. Google scandaglia il web per fornire un supporto.
Il predominio del search
Più di ogni altro strumento digitale, il motore di ricerca rappresenta la funzione di base che identifica Google nel mondo. Secondo Statcounter la quota di mercato delle ricerche di Google si attesta al 90,91%. Da alcuni anni è in leggero calo a favore di competitor come Bing e Yahoo, ma nessuno di questi raggiunge nemmeno lontanamente il predominio sul mercato di Google. Gli utenti che utilizzano il motore di ricerca di Google sono stimati nell’ordine di miliardi ogni giorno.
Perché è rivoluzionario?
Fino ad ora Google aveva creato il chatbot Gemini (prima noto come Bard) come una porta per condurre verso le ricerche online tradizionali. Ora invece ribalta il paradigma e porta la ricerca online a diventare una porta verso Gemini, ecosistema dell’intelligenza artificiale di Big G. Era effettivamente la svolta dell’AI verso la quotidianità degli utenti che si attendeva fin dal lancio di ChatGPT, considerabile la prima rivoluzione di massa della tecnologia generativa. Nonostante successi e investimenti, oggi una larghissima parte delle persone ha ancora scarsa o nessuna familiarità con l’AI. Renderla un tutt’uno con le ricerche di Google porterà la conoscenza su larga scala dell’intelligenza artificiale ad un nuovo livello.
Google non è la prima azienda a fare un passaggio del genere ma nessuna può avere il suo impatto. Anche Microsoft Edge negli ultimi mesi ha inglobato Copilot nelle sue funzioni search; ma Edge è nettamente meno noto sulla larga scala rispetto a Google.
L’altra innovazione: l’AI ‘vedente’
La nuova funzione search non è l’unica innovazione presentata durante il Google I/O. Insieme alle ricerche potenziate con Gemini, spicca su tutti l’incredibile Project Astra, un assistente ‘parlante’ che guarda la realtà attraverso la camera dello smartphone e la commenta. Il video di presentazione presenta un test davvero impressionante, con una dipendente di Google che interagisce con l’applicazione mostrando oggetti nella stanza. Addirittura l’app è in grado di ricordare elementi inquadrati in precedenza ma non più presenti sul suo campo visivo. La dimostrazione comprende anche un’integrazione con occhiali smart di una tipologia non specificata.
Indubbiamente Google ha compiuto un grande passo avanti.