Tanti sono i temi legati alla digitalizzazione inclusi nei programmi elettorali elaborati dalle coalizioni in campo verso le elezioni del prossimo autunno. Spazio anche per l’intelligenza artificiale applicata in diversi settori.
Con le elezioni alle porte, il 25 settembre, e dopo una serie di progetti di alleanza, ora che le formazioni sono state definite, i partiti hanno iniziato ufficialmente la loro campagna elettorale. Nei punti definiti all’interno dei programmi, occupa una posizione importante anche il digitale.
Tra le coalizioni in campo, alcune hanno fatto specifico riferimento all’intelligenza artificiale. Altre hanno invece avanzato proposte che favorirebbero l’implementazione di sistemi intelligenti in diversi ambiti sociali, dal lavoro alla quotidianità domestica.
I temi trattati all’interno dell’articolo
Le idee della coalizione di centrodestra
Il gruppo composto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e i moderati di Toti, Lupi e Brugnaro ha elaborato un programma elettorale intitolato “Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra”. All’interno del documento, trovano spazio il potenziamento delle infrastrutture digitali, l’estensione della banda ultralarga, l’efficientamento della Pubblica amministrazione e la digitalizzazione in generale, con un occhio di riguardo alla cybersecurity.
Nello specifico, la coalizione ha sottolineato la necessità di supportare la digitalizzazione della filiera del turismo e della cultura, nonché in ambito agricolo. Inoltre, gli autori del programma intendono implementare misure volte all’incentivazione dei corsi universitari per le professioni Stem (science, technology, engineering and mathematics). Ma anche misure a supporto delle startup nel settore tech.
Ad aprile, FdI aveva già presentato i suoi “Appunti per un programma conservatore” e, a pagina 7, si tratta in particolare dell’attivazione di “un sistema di intelligenza artificiale per la collocazione e la formazione attiva”:
“Va costruito un sistema organizzato, oggi inesistente, che deve rientrare in un programma di politiche attive basato su un sistema di intelligenza artificiale che a regime rintracci l’elenco dei giovani che terminano ogni anno le scuole superiori e l’università e li agganci a imprese del settore, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego, attivando un sistema concorrenziale […]. Il giovane non potrà più scegliere se lavorare o meno, ma è vincolato ad accettare l’offerta di lavoro per sé, per la sua famiglia e per il paese, pena la perdita di ogni beneficio con l’applicazione anche di un sistema sanzionatorio”.
Diverse sono state le polemiche sorte da questo punto programmatico. Essendo i sistemi di machine learning addestrati sui dati, e quindi su quanto avvenuto in passato, l’adozione di questi potrebbe essere rischiosa in determinati settori. Gli algoritmi dovrebbero infatti servire a individuare il candidato più adatto a una specifica posizione lavorativa, ma alcune categorie potrebbero risultare sistematicamente penalizzate. Operando su base statistica, il sistema automatizzato, in sostanza, discrimina chi viene già discriminato.
Le proposte dell’alleanza di centrosinistra
Il programma del Partito democratico – che guida Verdi, Sinistra italiana e Più Europa – si intitola invece “Insieme per un’Italia democratica e progressista”. Il primo dei tre pilastri che lo compongono è proprio “Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale”, che pone obiettivi da raggiungere entro il 2027.
Nell’ottica della transizione 4.0 e della sostenibilità, il Pd punta al sostegno delle startup innovative. Così come la destra, anche il centrosinistra intende espandere le reti di connettività a banda ultralarga e sviluppare i servizi digitali offerti dalla Pubblica amministrazione. Andando un passo oltre, si pone inoltre molta attenzione al tema della sicurezza informatica:
“Vogliamo proteggere il diritto delle persone ad esprimersi liberamente in uno spazio digitale sicuro. Vogliamo che sia garantita la trasparenza sui dati e sui contenuti intermediati dalle grandi piattaforme online. E vogliamo garantire, nel solco delle normative europee, agli utenti dei servizi digitali pieno controllo dei propri dati personali, insieme a un’efficace regolazione contro gli abusi delle applicazioni dell’intelligenza artificiale, contro le interferenze delle strategie di disinformazione, contro forme di tracciamento e di riconoscimento biometrico o l’uso software di sorveglianza”.
Il Pd propone anche l’istituzione di un Fondo nazionale per il diritto alla connessione digitale, che verrebbe finanziato in parte con i risparmi della missione 1.2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e attraverso una nuova gara sul 5G. L’idea è quella di incentivare il passaggio alla rete ultra veloce con la copertura dei costi fissi per l’attivazione delle linee e attraverso il miglioramento delle infrastrutture (cablaggio in fibra ottica e predisposizione di sistemi per gli edifici intelligenti e l’Internet of Things). Previsto anche un sostegno economico in base al reddito familiare per l’acquisto di un computer per gli studenti.
Si definiscono come obiettivi, infine, anche la costituzione di uno sportello virtuale della Pubblica amministrazione, che offra modalità digitali e telematiche per interfacciarsi con gli uffici pubblici, e la trasformazione digitale dei piccoli comuni.
La posizione del Movimento 5 stelle
Anche il M5S – guidato da Giuseppe Conte – punta sulla transizione 4.0 nel suo programma elettorale “Dalla parte giusta – Cuore e coraggio per l’Italia di Domani”. Una delle proposte avanzate prevede crediti d’imposta per gli investimenti nel settore agricolo. Ma non solo: presenti nel documento anche le smart road, una piattaforma dedicata al turismo e altre idee confluite del capitolo “Dalla parte delle nuove tecnologie: per un Paese digitale e moderno”.
Secondo i pentastellati, come espresso anche dal Pd, l’accesso a internet costituisce un diritto. Tanto che il Movimento ritiene giusto riconoscerlo come costituzionalmente tutelato. Si propone quindi l’estensione della banda ultralarga a livello nazionale – punto comune tra tutti i partiti – e la realizzazione di una Banca dati digitale per garantire l’autodeterminazione informativa, “permettendo a tutti di verificare in che modo sono utilizzati i propri dati personali”. E ancora: cloud per una Pubblica amministrazione digitalizzata e definizione di un piano industriale tecnologicamente orientato che comprenda “tecnologie strategiche per il futuro”:
“Come manifattura digitale, fintech, valute digitali, intelligenza artificiale e robotica, agrifoodtech, aerospazio, web3, semiconduttori, scienze della vita, creazione di contenuti digitali, metaverso, fino ad arrivare a frontiere come nanotecnologie e quantum computing”.
La Lega e il Movimento 5 stelle, in particolare, sono gli unici a citare nei propri programmi elettorali le criptovalute la tecnofinanza (fintech). Un settore, quest’ultimo, tutt’altro che trascurabile. Secondo le rilevazioni di Growth Capital e Italian Tech Alliance, infatti, nella prima metà del 2022, sono stati 20 i deal relativi alla finanza digitale (più di 315 milioni di euro attratti, oltre il 30% dei 996 milioni investiti in totale).
Una cosa fondamentale, secondo il Movimento 5 stelle, è infine “investire nell’ecosistema dell’innovazione italiano”. Ciò significa sostenere “startup e imprese innovative, scuola, università, centri di ricerca, talenti, professionisti e investitori”.
I punti programmatici del centro Calenda-Renzi
Il cosiddetto ‘Terzo polo’ centrista, che vede una collaborazione elettorale tra Carlo Calenda (leader di Azione) e Matteo Renzi (Italia Viva), dedica nel suo programma un capitolo specifico a “Innovazione, digitale e space economy”. Il gruppo ritiene che ci siano “vulnerabilità sulla connettività, sul capitale umano e su alcuni aspetti della digitalizzazione delle imprese”. Propone quindi interventi legati a diversi ambiti.
Oltre al focus sulle infrastrutture digitali per la connettività e la gestione amministrativa, si sottolinea la necessità di investire nello sviluppo di competenze digitali – tanto a scuola quanto sul posto di lavoro – al fine di assicurare un’integrazione tra formazione e occupazione. Ma, nella sezione “Welfare e terzo settore” del programma, si guarda anche alla fascia più anziana della popolazione: “per garantire il più ampio accesso ai servizi pubblici in forma digitale, è indispensabile accelerare i progetti di contrasto al digital divide”, anche attraverso l’organizzazione di corsi di supporto nei centri per anziani.
Sottolineata poi l’importanza dello sviluppo dell’agricoltura 4.0 nell’ottica della digitalizzazione. Si pensi, per esempio, ai sistemi di irrigazione di precisione e al controllo digitale e da remoto delle fasi di irrigazione.
Come ogni schieramento, anche il Terzo polo ritiene fondamentale la connettività veloce in tutto il territorio. Un obiettivo realizzabile attraverso lo sviluppo delle reti a banda ultralarga e 5G. Un network che permetta un sempre maggiore efficientamento dei processi di una Pubblica amministrazione digitalizzata.
“La connettività diffusa è condizione necessaria, ma non sufficiente, per rendere intelligenti le nostre città e le relative interconnessioni. È necessario coniugare le reti con un sistema aperto di gestione digitale di permessi e programmazione edilizia. Gli smart buildings vanno incentivati con leve fiscali di lungo termine. Come sconti in tasse di successione e nel calcolo del plusvalore in caso di rivendita di edifici con sottrazione dei costi di ristrutturazione ‘smart’. Per fare questo serve completare in tempi brevi la digitalizzazione del catasto, anche con tecnologie satellitari”.
Infine, sostegno alla nascita di aziende innovative e transizione digitale di quelle esistenti e potenziamento della space enonomy nostrana.