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L’intelligenza artificiale nelle aule di giustizia | Weekly AI news #35

Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’AI. Sanità, legal, trasporti, innovazione, moda, ambiente: ogni settimana, una raccolta delle novità che stanno cambiando il mondo.

Alexa: aspettative VS realtà

Alexa è nata nel 2014 e da allora ha subìto una continua evoluzione. Le aspettative iniziali legate alle sue potenziali applicazioni, però, sono state presto moderate dalla realtà. Oggi, infatti, Amazon Alexa viene utilizzata soprattutto per impostare sveglie e timer, per consultare le previsioni meteorologiche e per effettuare ricerche online. Un sistema complesso e avanzato di speech recognition è dunque perlopiù confinato a un utilizzo quotidiano limitato alle azioni che riempiono la nostra routine, come aggiornare la lista della spesa e accendere la tv.

L’intelligenza artificiale nelle aule di giustizia

35 borsisti sono stati ingaggiati a Bologna per innovare il sistema giudiziario. Il progetto si chiama ER4Justice ed è stato realizzato da Fondazione Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), Regione Emilia Romagna e Uffici giudiziari regionali, in collaborazione con l’Unione europea. In particolare, spiega Daniela Piana, docente di Scienze politiche all’Università di Bologna: “I borsisti che hanno lavorato sul tema della digitalizzazione operano in sinergia con il personale giudiziario in qualità di osservatori, rilevando criticità e punti di forza, consuetudini procedurali e possibilità di miglioramento, per poi mettere a punto interventi che prevedono gli strumenti digitali oggi a disposizione, in particolare fornendo possibili soluzioni, come ad esempio il protocollo omogeneo dei fascicoli digitali per migliorarne la leggibilità e il coordinamento tra i vari attori del sistema”.

La rivoluzione dei droni in agricoltura

Nel nostro Paese, il mercato dell’agricoltura 4.0 ha un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro e sempre più diffusi, soprattutto nella pianura padana, sono i droni utilizzati nel settore. Il mercato che riguarda questi dispositivi, in particolare, ha raggiunto in Italia quota 94 milioni di euro (+29% rispetto al 2020). Spiega Paolo Marras, general manager di Aermatica 3D: “I droni riescono a fornire in tempi rapidi mappe accurate sullo stato di salute delle colture, permettendo agli agricoltori di individuare aree caratterizzate da stress idrico e identificare la diffusione di patologie e specie infestanti. Attualmente, il maggior potenziale sta nel loro uso per la distribuzione aerea, da bassa quota, di prodotti o insetti utili. È infatti possibile distribuire dall’alto, in maniera automatica e mirata, prodotti granulati, polveri o insetti: il drone può importare una mappa e concentrare i trattamenti esclusivamente nelle aree che ne hanno bisogno, nella quantità opportuna. Si evitano, così, gli sprechi di prodotto. I droni rappresentano un valore aggiunto per tutta la filiera”.

Lensa e il problema della privacy

Lensa è un’applicazione basata sull’intelligenza artificiale in grado di trasformare il nostro viso in vere e proprie opere d’arte. Funziona molto bene, tanto che, negli ultimi giorni, i suoi ‘prodotti’ hanno fatto il giro del web. Il problema, però, risiede nella questione della privacy. Per quanto le immagini originali vengano cancellate entro 24 ore dall’elaborazione, tutte le altre – quelle create digitalmente, ma in cui la persona ritratta è comunque riconoscibile – rimangono nella disponibilità dell’applicazione. Un aspetto che fa sorgere diversi dubbi.

Un caccia pilotato dall’intelligenza artificiale

Italia, Gran Bretagna e Giappone realizzeranno insieme un jet di sesta generazione. Dovrebbe chiamarsi Tempest ed essere operativo dal 2035. A realizzarlo saranno la giapponese Mitsubishi Heavy Industries, la britannica BAE Systems e l’italiana Leonardo.

I bias dell’intelligenza artificiale

I pregiudizi algoritmici sono un problema diffuso tra i sistemi di intelligenza artificiale. Questi, infatti, possono derivare dai bias cognitivi degli sviluppatori dei modelli o essere un riflesso dell’incompletezza del training dataset utilizzato in fase di addestramento. Questi bias possono causare situazioni spiacevoli e indesiderate, ma possono talvolta rappresentare anche un elemento discriminatorio. Ieri, la European union agency for fundamental rights ha pubblicato un report sugli effetti che questi pregiudizi possono avere sui modelli di polizia predittiva e di moderazione dei contenuti. Effetti che possono generare discriminazioni socialmente inaccettabili.

Arriva ChatGPT

OpenAI ha presentato il suo nuovo chatbot, ChatGPT, che può essere testato gratuitamente creando un profilo sul sito dell’azienda. Si tratta di un sistema particolarmente avanzato, capace di numerose funzionalità: dalla composizione di un brano musicale alla diagnosi di una malattia a partire dai sintomi, dalla correzione di un codice di programmazione allo scambio di battute simpatiche con il suo interlocutore.

AI news | Il tatto dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza umana è uno dei principali modelli presi come riferimento da chi si occupa dello sviluppo di sistemi di AI. La struttura stessa delle reti neurali, per esempio, richiama il funzionamento del cervello umano. Allo stesso modo, al fine di permettere a un software intelligente di interagire con il mondo su diversi piani, si tende a conferire alle macchine funzionalità che richiamano i cinque sensi. Si pensi alla computer vision o al machine listening: la ‘vista’ e l’‘udito’ dei computer. Gli avanzamenti tecnologici hanno portato anche alla realizzazione di componenti che permettono all’intelligenza artificiale di sviluppare – seppur in maniera limitata – gli altri sensi. Tra questi, anche il tatto. Diversi ricercatori stanno infatti lavorando allo sviluppo di materiali in grado di percepire la pressione e di riconoscere determinate sostanze chimiche con cui entrano in contatto.


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