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I big data per studiare i flussi migratori | Weekly AI news #23

I big data per studiare i flussi migratori | Weekly AI news #23

Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’AI. Sanità, legal, trasporti, innovazione, moda, ambiente: ogni settimana, una raccolta delle novità che stanno cambiando il mondo.

Il robot di Google che impara dalle nostre parole

Sta per nascere un nuovo robot di Google, un progetto realizzato in collaborazione con Everyday Robots, società controllata di Alphabet. Si tratta di un dispositivo basato sull’intelligenza artificiale e dotato del modello linguistico PaLm, sviluppato dalla società, in grado di comprendere e soddisfare le richieste dell’utente. Una concretizzazione di capacità solitamente solo virtuali.

“I robot non avranno coscienza”

A sostenerlo è il padre del microchip, Federico Faggin. “Per anni ho cercato di capire come la coscienza potesse nascere da segnali elettrici o biochimici – ha spiegato – Segnali che possono produrre solo altri segnali, non sensazioni e sentimenti. La coscienza è irriducibile. Ossia non si può definire con concetti più semplici. È la coscienza che comprende, prova sentimenti ed emozioni. Senza questo sentire, saremmo robot. La macchina non sente. Non risponde se non è stata programmata. Invece noi dobbiamo impegnarci per trovare le risposte, dentro e fuori di noi. A partire dalla domanda principale: chi siamo?”. Affermazioni che si collocano al centro di una discussione annosa e più volte rilanciata da notizie sensazionalistiche sulla presunta natura senziente di diversi sistemi di AI.

Un dispositivo intelligente contro i colpi di sonno

Il primo dispositivo al mondo contro il colpo di sonno durante la guida è stato ideato dalla startup padovana Oraigo in collaborazione con l’Università di Padova e con l’ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona). L’AI permette al dispositivo di monitorare l’attività cerebrale del conducente di un veicolo e, in caso di rilevazione di segnali che indicano l’assopimento del guidatore, di emettere una vibrazione di allerta.

Un robot che fa attraversare la strada ai bambini

Il progetto – promosso all’interno dell’iniziativa Eit Urban Mobility (presentata in occasione della European Transport Conference 2022) e nato da una collaborazione tra la Fondazione Politecnico di Milano e la Città di Milano – si chiama IPa2X e comprende un robot intelligente che rileva la presenza dei veicoli segnalando quando è possibile attraversare la strada, accompagnando i pedoni nell’attraversamento. Ha dichiarato Arianna Censi, assessore alla Mobilità del Comune di Milano: “La città di Milano è in prima linea per progetti innovativi che possano avere impatti positivi sulla mobilità”.

Amazon: più robot all’interno dei magazzini

Il gigante dell’e-commerce ha acquisito Cloostermans, una società attiva nel settore della meccatronica. L’azienda entrerà a far parte di Amazon Robotics, divisione che si occupa dell’automazione, al fine di rendere più efficiente e sicura l’operatività e la gestione dei magazzini.

L’AI ‘dipinge’ come un essere umano

È quanto accaduto in occasione di un concorso artistico tenutosi alla Colorado State Fair. A vincere il primo premio, infatti, non è stato un artista, ma Jason Allen, presidente di Incarnate Games, azienda che si occupa della creazione di giochi da tavolo. Allen ha realizzato l’opera vincitrice del concorso, “Théâtre D’opéra Spatial”, utilizzando Midjourney, un software di intelligenza artificiale con funzioni text-­to-­image, in grado di generare immagini a partire da una descrizione testuale.

Intelligenza artificiale e proprietà intellettuale

Le opere create dalle macchine pongono una serie di problemi giuridici. La questione relativa alla titolarità del diritto di proprietà intellettuale, infatti, si complica quando si considera la natura dei sistemi di AI. Molti di questi seguono un processo creativo autonomo, ma non hanno comunque capacità giuridica. La definizione del titolare del diritto, dunque, si complica al crescere dell’autonomia. Da un sondaggio condotto da Dentons, emerge che il 58% degli intervistati ritiene che i diritti dell’opera spettino all’utilizzatore della macchina, il 20% pensa che debbano essere attribuiti all’inventore del sistema, mentre solo il 4% crede che si possano attribuire al sistema stesso.

I big data per studiare i flussi migratori

I dati e il machine learning aiuteranno a prevedere i flussi migratori e a definire politiche e sistemi di accoglienza adeguati, rafforzando di conseguenza i sistemi d’asilo nazionali ed europei. A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato su Scientific Reports condotto da Marcello Carammia (Dsps, Università di Catania), Stefano Maria Iacus (Centro di Ricerca Comune della Commissione europea) e Teddy Wilkin (Agenzia Ue per l’Asilo). L’AI può contribuire dunque a una mappatura del fenomeno, elaborata sulle statistiche incrociate con i dati amministrativi e le domande d’asilo, rendendone più ‘semplice’ la gestione.

Come l’AI cambia lo sport

L’intelligenza artificiale è presente in molti ambiti della nostra vita e lo sport non è un’eccezione. In particolare, gli ambiti sportivi in cui l’AI può essere utilizzata da dirigenti, allenatori, giocatori, ma anche spettatori e giornalisti, sono la ricerca e la selezione degli atleti, la preparazione pre-­gara, le attività durante la competizione, l’analisi post-gara, le operazioni di management e i rapporti con i fan e i mass media.

The Follower: l’AI che risale al luogo in cui è stata scattata una foto

Dries Depoorter ha creato The Follower, un sistema di AI in grado di risalire al luogo e all’istante preciso in cui una foto Instagram è stata scattata. Per farlo, l’intelligenza artificiale utilizza i dati diffusi da utenti molto seguiti (con più di 100mila follower) e i feed in streaming delle webcam pubbliche che trasmettono le dirette sul web. Il risultato è interessante quanto inquietante e fa sorgere interrogativi in merito alla privacy. 


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